A chiusura della quattro giorni, Vinitaly conferma la propria vitalità ed il bilancio per i produttori trentini è senza dubbio positivo. Con 148.000 presenze (+6%), delle quali 53.000 estere, la rassegna veronese conferma la propria leadership europea tra le fiere del vino dedicate al business. Grande l'attenzione ai mercati stranieri, che crescono e danno risposte positive, testimoniate anche dal +10% rispetto all'edizione 2012 di presenze internazionali. In aumento il numero di giornalisti, che sale a 2.643 in rappresentanza di 47 Paesi, contro i 2.494 e 42 nazioni dello scorso anno.
Riscontri positivi anche da parte dei produttori trentini, presenti al Vinitaly in rappresentanza di 70 realtà, dai vignaioli alla cooperazione, alle grandi cantine, fino ad arrivare all'area istituzionale, concentrata nello stand promosso dal Consorzio Vini del Trentino e Trentino Sviluppo Turismo e Promozione. Quello del Trentino – dicono gli osservatori – è stato, assieme al Veneto e alla Sicilia, il padiglione più visitato. Merito anche della scelta di legare sempre più la produzione vitivinicola al brand Dolomiti, esplicitata già all'ingresso dello stand con il nuovo slogan "Vini baciati dalle Dolomiti" su sfondo fotografico, ripreso all'interno del padiglione nelle grafiche promozionali.
"Si tratta – spiega l'assessore provinciale all'agricoltura Tiziano Mellarini – di un passo deciso verso quella riconoscibilità del prodotto che ci viene sempre più richiesta dal mercato e che per il Trentino significa innanzitutto montagna e Dolomiti. Vinitaly ha dato quest'anno delle risposte positive alla nostra vitivinicoltura, confermando la qualità della proposta e l'interesse dei mercati verso i nostri prodotti. Un segnale importante in tempi di congiuntura economica difficile".
Bene anche il riscontro per quanto riguarda le degustazioni, proposte in una saletta dedicata, che hanno fatto registrare il tutto esaurito e in diversi casi un afflusso di prenotazioni superiore ai posti disponibili. Fra tutte, da segnalare quella realizzata in compagnia di Marco Sabellico ed Enrico Paternoster e denominata "Vini d'alta quota", nella quale i relatori hanno avuto modo di sottolineare gli effetti del clima di montagna sulla caratterizzazione di un vino, a livello di struttura e di gusto. Dal canto suo, il Trentodoc, ha confermato il proprio ruolo di alfiere della vitivinicoltura di casa nostra, catalizzando l'attenzione della stampa di settore ed i commenti entusiasti degli esperti, a conferma di una crescita costante sul versante della qualità e dell'autorevolezza.
"Tra le cose più positive – sottolinea Fabio Piccoli del Consorzio Vini – da rilevare la presenza massiccia di buyer e professionisti del settore, che hanno dato delle risposte positive dal punto di vista economico con tanti accordi commerciali conclusi, soprattutto nella giornata di lunedì". In crescita i buyer esteri provenienti dai mercati tradizionali, ma anche dai Paesi emergenti, sempre più interessati al vino italiano, quali Cina e Russia. Un segnale positivo al quale il Trentino guarda con attenzione. (r.b.)
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Si è conclusa con numeri in crescita, la quattro giorni veronese
VINITALY, UN BILANCIO CHE GUARDA ALL'ESTERO
La Fiera fa segnare un +10% di presenze internazionali, confermando l'importanza di questi mercati per la vitivinicoltura italiana. Positivi i riscontri in termini di incontri con i buyer per le 70 realtà trentine rappresentate e ottima partecipazione alle degustazioni guidate organizzate nello stand istituzionale.-