Mercoledì, 07 Maggio 2014 - 02:00 Comunicato 1000

Approvata oggi in Consiglio provinciale
VELOCIZZAZIONE, SEMPLIFICAZIONE, PARTECIPAZIONE: LE PAROLE D'ORDINE DELLA RIFORMA URBANISTICA

Velocizzazione dei tempi di approvazione del Prg-Piano regolatore generale, il cui iter, dalla prima adozione a quella finale, non dovrà superare l'anno; semplificazione e sburocratizzazione di alcuni atti e decisioni, come il cambio d'uso degli edifici presenti all'interno delle aree agricole; maggiori responsabilità a Comunità di valle e Comuni, ma anche maggiore partecipazione dei cittadini alla stesura del Piani regolatori. Questi i punti salienti della Riforma Urbanistica licenziata oggi dal Consiglio provinciale, su proposta dell'assessore competente. Una riforma "forte", condivisa dal Consiglio delle Autonomie, che si pone tra i suoi obiettivi anche quello di aiutare la ripresa economica, attraverso l'eliminazione delle strozzature burocratiche e l'accelerazione delle pratiche urbanistiche, compresa la procedura di adozione dei Piani Territoriali di Comunità (in coerenza con quanto deciso per l'approvazione dei Prg).-

Una riforma che per altri versi attribuisce poteri e responsabilità agli enti locali, alle Cpc-Commissioni per la pianificazione territoriale e il paesaggio delle Comunità di valle, e ai cittadini, in ordine alla gestione del territorio e al recupero del patrimonio edilizio nei centri storici.

Vediamo qualche dettaglio. Riguardo all'adozione dei Prg, i principali atti pianificatori in capo agli enti locali, vengono posti innanzitutto dei limiti ben precisi ai tempi di approvazione dei relativi atti, sia dei Consigli comunali che delle strutture provinciali, con il risultato che nel giro di un anno al massimo deve essere raggiunta l'approvazione definitiva. In sintesi: dopo la prima adozione e il contestuale deposito del documento per un tempo di 60 giorni per le eventuali osservazioni, il Prg passa all'esame del Servizio Urbanistica attraverso la Conferenza di pianificazione, che mette attorno ad un unico tavolo tutti i Servizi provinciali interessati ma anche il Comune e la Comunità, che in questa sede possono sostenere le proprie tesi riguardo alle previsioni contenute nel documento. La Conferenza produce un parere unico finale, che riassume tutti quelli dei soggetti interessati. Dopodiché il Comune ha tempo 120 giorni per procedere alla definitiva adozione.
La novità importante qui è che se il Comune non procede entro questo tempo all'adozione definitiva, il procedimento si estingue. Ciò rappresenta uno stimolo all'adozione del Piano in tempi certi, con l'obiettivo non secondario di riuscire a soddisfare velocemente i bisogni o le esigenze, anche di natura economica, per le quali è stato elaborato.
C'è poi anche un'altra fase innovativa che viene introdotta prima dell'inizio della stesura del Piano, che prevede la possibilità per i cittadini di avanzare proposte e osservazioni nei temi inerenti al Prg. Di nuovo, l'obiettivo è creare coesione e partecipazione riguardo alle scelte fondamentali che riguardano il territorio, i centri urbani, le aree agricole e così via.
Sul versante della semplificazione, e sempre per rimanere ai Prg, nel caso di varianti per opere pubbliche o urgenti si può anche prescindere dall'adozione definitiva, se dopo la prima adozione, durante il periodo di deposito, non pervengono osservazioni o rilievi del Servizio urbanistica.
Fra le altre novità contenute nella riforma, viene eliminato il Comitato per gli interventi in aree agricole; le sue competenze passano alla Sottocommissione tutela del paesaggio della Cup. Vengono valorizzate invece le competenze delle Cpc-Commissioni per la pianificazione territoriale e il paesaggio delle Comunità di valle, a cui vengono assegnati i pareri sulle ristrutturazioni edilizie e i pareri preventivi per le procedure di deroga urbanistica. -