Sabato, 24 Settembre 2022 - 20:22 Comunicato 2950

Un viaggio a ritroso nella meravigliosa carriera di Toni Kukoc

L’anno scorso Toni Kukoč è entrato ufficialmente nella Naismith Memorial Basketball Hall of Fame. Il fuoriclasse di Spalato ha inciso così il proprio nome accanto alle altre leggende del basket croato già presenti, ovvero Dražen Petrović, Krešimir Ćosić, Mirko Novosel e Dino Rađa. Un riconoscimento dovuto per un autentico fenomeno nel cui palmarès figurano tre titoli NBA con i Chicago Bulls di Michael Jordan (1996-1998), tre Coppe dei Campioni con la Jugoplastika (1989-1991), due argenti olimpici con Jugoslavia (Seul 1988) e Croazia (Barcellona 1992), un oro mondiale (1990) e due europei (1989 e 1991) sempre con la Jugoslavia, oltre a un’infinità di altre medaglie e premi individuali.
TONI KUKOC, L’AIRONE DI SPALATO Nella foto: Tony KUKOC Festival dello Sport Auditorium Santa Chiara Trento, 24 settembre 2022 [ Michele LOTTI Archivio Ufficio Stampa Provincia autonoma di Trento]

Il super campione croato, all’Auditorium Santa Chiara, ha ripercorso la sua carriera partendo proprio dall’importante riconoscimento ottenuto dodici mesi fa: “Entrare nella Hall of Fame è stato un riconoscimento davvero importante per il quale devo ringraziare tutti coloro che mi hanno accompagnato nel percorso cestistico. Al mio fianco ho voluto Michael Jordan semplicemente perché me lo aveva promesso ed è stato il compagno più forte per distacco con il quale ho avuto modo di giocare. Oltre a lui c’era l’ex proprietario dei Bulls Jerry Reinsdorf.

Una persona di parola, uno del quale ti potevi fidare ciecamente e che manteneva sempre e comunque la parola”. A Chicago Kukoc ha vinto tre anelli: “Ogni vittoria ha un posto speciale nel mio cuore, quando sono arrivato negli Usa non ero sicuro di poter fare la differenza, il primo anno il fatto che proprio Jordan non ci fosse penso sia stato determinante in senso positivo per me. Con Michael ho davvero un gran bel rapporto, ci sentiamo spesso per parlare di basket e di golf. Così come accade con Scottie Pippen”. L’atleta croata aveva incrociato quelli che sarebbero poi diventati i suoi compagni a Barcellona durante le Olimpiadi del 1992: “Si sapeva sarei andato a Chicago e nelle due partite disputate contro gli Stati Uniti, una nel girone e poi la finale, hanno voluto mettermi alla prova soprattutto dal punto di vista della tenuta mentale. Credo di aver superato l’esame e allo stesso tempo facemmo onore al nostro Paese, la Croazia era infatti appena uscita dalla guerra”.

Kukoc ha cominciato a farsi conosce a Bormio nel 1987 in occasione del Campionato del Mondo under 20: “Eravamo una Jugoslavia davvero tosta e vincemmo la coppa. Contro gli Usa realizzai 37 punto con 11/12 da tre, insomma un gran bell’andare”. La prima canotta vestita da Tony fu quella della Jugoplastika capace di vincere la bellezza di tre Coppe dei Campioni: “Eravamo un gruppo di ragazzi cresciuti insieme, con tanto talento e voglia di mettersi in mostra. Una squadra nel vero senso della parola”. Poi il passaggio alla Benetton Treviso con quale conquistò uno scudetto e una Coppa Italia: “Mi sono trovato immediatamente a mio agio. Quell’esperienza mi è servita moltissimo sotto tutti i punti di vista - ha concluso l’ex Bulls -. Il più grande rammarico è quello di non esser riuscito ad essere decisivo nella finale di Coppa Campioni contro il Limoges”.

(sf)


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