Sabato, 24 Maggio 2025 - 15:10 Comunicato 1362

Trump, incidente della storia o svolta epocale?

Per il format in collaborazione con Ispi-Istituto per gli studi di politica internazionale “L’ora della verità”, si sono confrontati in Sala Depero, nell'ambito del Festival dell'Economia di Trento, Roberto D’Alimonte, politologo e Professore dell’Università Luiss Guido Carli, Gregorio De Felice, Chief Economist e Head of Research di Intesa San Paolo, e Paolo Magri, Presidente Comitato Scientifico ISPI. Un dibattito, condotto dal Caporedattore Esteri Sky Tg24 Liliana Faccioli Pintozzi, per analizzare la complessa figura di Trump e le sue scelte. Dal tema dei dazi, di cui proprio ieri è stato scritto un nuovo capitolo, a quello delle guerre, fino alla tenuta della democrazia americana, al Big Beautiful Bill e al braccio di ferro con università e potere giudiziario.
L’ora della verità: Trump Nella foto: Paolo Magri, Gregorio De Felice, Roberto D'Alimonte, Liliana Faccioli Pintozzi [ Daniele Paternoster - Archivio Ufficio Stampa PAT]

Il nuovo annuncio sui dazi al 50% per l’Europa ha certamente acuito il clima di incertezza che, come ha ricordato Gregorio De Felice, è addirittura maggiore di quello di inizio pandemia. Ma la minaccia, ha commentato, potrebbe avere effetti positivi nella reazione europea favorendo un negoziato che fino ad ora è andato avanti troppo lentamente. Considerando poi che i dazi generano un effetto boomerang pesante sull’economia americana, sia in termini di minore crescita che di maggior inflazione, forse alla fine si potrà trovare un punto di incontro. Il problema, semmai, è capire chi debba trattare con Trump visto che lo stesso ha tutto l’interesse di creare divisione in Europa, soprattutto tra i Paesi maggiori. 

Gli ha fatto eco Paolo Magri, che ha evidenziato la delicatezza del tema e l’importanza di capire la strategia sottesa alle azioni del leader americano per valutare le corrette reazioni da mettere in campo. E sul tema dell’Europa ha confermato il grande rischio di divisione generata da risposte opposte. 

“Trump in questo momento è fortemente impopolare – ha spiegato il prof. D’Alimonte – e la guerra dei dazi è forse quella che andrà più a colpire direttamente il suo elettorato, perché porta ad una ricaduta economica reale sul Paese. Bisognerà dunque capire se questo avrà ripercussioni sulle elezioni di midterm”. Ad oggi le analisi mostrano un Paese spaccato con maggioranze instabili e un Governo diviso. Considerando che negli ultimi venti anni le elezioni di metà mandato hanno eroso potere alla Presidenza e che in questa fase Trump ha un tasso di disapprovazione altissimo anche tra i suoi stessi sostenitori, il pericolo per lui è reale.

Difficile dire cosa rimarrà dei suoi cambiamenti, ha commentato De Felice, ma sicuramente sta contribuendo ad assottigliare l’eccezionalismo americano. Apparentemente le sue scelte sono legate ad una volontà di reindustrializzare l’economia americana ma forse, piuttosto che imporre dazi agli altri Paesi, sarebbe più proficuo lavorare per attrarre insediamenti produttivi.

Magri ha sottolineato inoltre come i suoi negoziati su Russia-Ucraina e conflitto israelo-palestinese non sembrano produrre risultati. Non solo. Sta sdoganando comportamenti inaccettabili, in alcuni casi anche molto lontani dal galateo istituzionale, che non possono essere normalizzati: dal colloquio con Zelensky nello Studio Ovale all’aereo ricevuto in dono dal Qatar fino ai rapporti tra politica e mondo privati, all’attacco al Green Deal, al braccio di ferro con i giudici e con Harvard. Ferite che possono minare la credibilità americana, anche finanziaria.

Tutti i relatori hanno concordato come, in questi primi mesi Trump abbia sorpreso per eccesso, andando addirittura oltre quello che ci si poteva attendere, anche per i toni utilizzati. E oggi il Partito Repubblicano è di fatto il “suo” partito. Un partito molto diverso da quello dei suoi predecessori e che forse rimarrà tale anche dopo il suo mandato. Fondamentale dunque per il futuro sarà anche l’evoluzione del Partito Democratico, che ora paga le difficoltà e le scelte dell’ultimo periodo.

(sc)


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