In base alla riorganizzazione delle società del trasporto pubblico provinciale, avvenuta qualche anno fa, si è previsto, tra le altre misure, che la società proprietaria del patrimonio, ovvero Trentino trasporti, provvedesse agli investimenti relativi alla mobilità sia extraurbana che urbana investendo in impianti e che per le sue spese di funzionamento la copertura fosse assicurata dal canone di affitto del compendio aziendale, inizialmente quantificato in una somma pari a circa 9 milioni di euro all'anno. Questa cifra, che è a carico di Trentino trasporti esercizio, viene divisa tra tutti gli enti che le affidano i servizi di trasporto.
Nell'ambito delle azioni di spending review che caratterizzano la manovra finanziaria 2013, si è deciso di ridurre il canone. Questo per allineare il fabbisogno di risorse correnti con gli stanziamenti di bilancio del Fondo trasporti e rendere compatibili le risorse previste in favore di Trentino trasporti esercizio. Il canone è stato ridotto per la parte di competenza provinciale, in quanto riferito ai servizi extraurbani, nella misura pari a 1.300.000 euro. La riduzione del canone, che costituisce una importante quota del contributo provinciale in favore della società di gestione, è possibile solo come misura straordinaria e non strutturale. Per rendere possibile questa scelta è necessario ricorrere a strumenti compensativi, come ad esempio la cessioni di cespiti a Trentino trasporti, in grado di creare risorse in bilancio. In questa direzione, con un successivo provvedimento, la Provincia cederà alla Trentino trasporti una quota parte dell'immobile "Autostazione" di Via Pozzo, per un valore che sarà stabilito da una perizia.
Il presidente Pacher ha colto l'occasione della deliberazione riguardante le due società di sistema del trasporto pubblico, che unite hanno oltre 1300 dipendenti, per esprimere alcune riflessioni dopo l'incontro avuto lo scorso mercoledì con le organizzazioni sindacali di settore. Nel corso dell'incontro aveva sottolineato che, con le azioni convergenti di azienda e lavoratori, si può puntare ad un rinnovo dell'affidamento diretto dei servizi a Trentino trasporti esercizio a fine anno, quando scadrà l'attuale affidamento in house.
"Due sono gli argomenti affrontati con i rappresentanti dei lavoratori -ha detto Pacher- e si tratta di profili di assoluta importanza: da un lato il tema dei lavoratori a termine, oltre una trentina, sui quali l'azienda è stata invitata a ragionare in termini di stabilizzazione, se le organizzazioni sindacali mostreranno disponibilità a rivisitare alcuni istituti contrattuali di secondo livello che potrebbero consentire, a parità di retribuzione, miglioramenti della produttività; dall'altro lato il tema del progressivo degrado che si accompagna, specie sui servizi urbani, all'evasione tariffaria. Su questo secondo aspetto è stato chiarito che, se tutte le parti vorranno remare in un'unica direzione, c'è la disponibilità ad affrontare il tema dell'evasione con misure straordinarie, anche assumendo proprio i lavoratori precari per una più intensa attività di controllo e per ristabilire le regole della civile convivenza a bordo dei bus".
La scorsa settimana è stato siglato il Contratto nazionale, ed uno dei capitoli è proprio dedicato al tema della lotta all'evasione e di un diverso ruolo dei conducenti nel controllo dei passeggeri. In via generale l'evasione sul servizio urbano di Trento comporta potenziali minori entrate per 500.000 euro all'anno, corrispondenti al 4% di evasione accertata.
"In attesa di esiti certi dai tornelli e degli effetti positivi che verranno da modiche contrattuali che portino gli agenti di guida ad un ruolo diverso anche in termini di controllo, si impone - ha aggiunto il presidente Pacher - un'operazione straordinaria, che avrebbe benefici effetti anche in termini occupazionali. Stiamo appunto pensando alla prosecuzione dei rapporti di lavoro con quei 30 lavoratori oggi precari, quali agenti dissuasori rispetto alla salita sul bus di utenti privi di titolo di viaggio". -