Sabato, 12 Ottobre 2024 - 13:08 Comunicato 2796

Oggi in piazza Duomo nell'ambito del Festival dello Sport
Stefano Bizzotto, quando il pallone si intreccia con la storia

Ci sono momenti nella storia in cui una partita di calcio travalica i semplici confini dello sport per assumere una dimensione diversa. Partite in cui i ventidue uomini in campo si trovano a vivere situazioni che hanno spesso un peso che va ben oltre il pallone. Nel libro “Storia del mondo in 12 partite di calcio” , uscito per il Saggiatore, il giornalista e telecronista sportivo Stefano Bizzotto e presentato questa mattina in Piazza Duomo per il Festival dello Sport, racconta alcuni incontri di calcio diventati memorabili. Intervistato dal giornalista Mimmo Cugini della Gazzetta, Bizzotto ha spiegato la genesi del suo libro e alcune delle partite da lui scelte.
Alla fine, quasi senza volerlo, come ha sottolineato proprio l’autore, ne è uscito il racconto di un secolo abbondante perché ogni decennio si lega ad un incontro da ricordare sia che si sia giocato oppure che non si sia mai disputato. Bizzotto ha delineato la storia attraverso il filtro del calcio che si intreccia inevitabilmente con guerre, rivoluzioni, crisi economiche e trasformazioni sociali. Lo si comprende fin dalle prime pagine del volume dedicate ad un match davvero unico disputato il 25 dicembre del 1914, il primo Natale dall’inizio della Grande Guerra, quando si moriva nelle trincee, passato alla storia perché militari tedeschi e inglesi fecero una breve tregua per sfidarsi proprio a pallone.
FESTIVAL DELLO SPORT LIBRI DI SPORT: STORIA DEL MONDO IN 12 PARTITE DI CALCIO Nella foto: Stefano Bizzotto

L’unica partita che si lega all’Italia scelta da Stefano Bizzotto è quella fra Inter-Torino del 30 aprile 1939. In quell’occasione il grande Torino aveva quattro punti di vantaggio sui nerazzurri e se non avesse perso aveva di fatto lo scudetto in tasca. In quel caso il Torino pochi giorni dopo era atteso a Lisbona per un amichevole. La partita terminò 0-0 con le incredibili parate di Bacigalupo e un incredibile gol sbagliato dall'attaccante nerazzurro “Veleno” Lorenzi, che se fosse stato realizzato di fatto avrebbe cancellato la tragedia di Superga. Le pagine del giornalista altoatesino sono anche quelle dedicate a Cile – Unione Sovietica del 1973 con la squadra russa che si era rifiutata di giocare contro quella di un Paese in cui era appena andato al potere il dittatore fascista Pinocht. La gara, terminata con l’inevitabile vittoria a tavolino del Cile per 2- 0, era prevista in quell’Estadio Nacional di Santiago diventato luogo di detenzione e assassinio dei dissidenti politici.
Le storie sono anche quelle di Kaiserslautern-Dinamo Berlino del 20 marzo 1979 una partita fra le squadre delle due Germanie, che permise al calciatore della Dinamo Lutz Eigendorf di fuggire all’Ovest o quella tragicomica che si lega alla nazionale dello Zaire ai Mondiali del 1974. La formazione africana aveva perso le prime due gare e il dittatore dello Zaire, Mobutu aveva promesso che se la squadra avesse perso con oltre tre gol di scarto contro il Brasile ci sarebbero state gravi conseguenze per i giocatori e le loro famiglie. A pochi minuti dalla fine sul 3-0 per il Brasile e con una punizione per i sudamericani dalla barriera uscì un giocatore dello Zaire che gettò lontano la palla facendo perdere la concentrazione all’avversario. Un gesto che fece letteralmente salvare la pelle alla sua squadra. Gli echi di guerra sono anche quelli che attraversarono Dinamo Zagabria-Stella Rossa di Belgrado nel 1990. Una partita che non fu mai giocata a causa dei violenti scontri fra tifosi forze serbi e croati con l’intervento delle forze dell’ordine: scontri che facevano già presagire la terribile guerra nei Balcani con la disgregazione della Jugoslavia.

 

 

(fds)


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