Alessandro Bitteleri, fiscalista, consigliere ITASolidale ha posto l’accento sul terzo settore inquadrandolo come sistema integrato “pilastro sociale e occupazionale del Paese” e non come “un’economia di serie B”. “ITAS Mutua – ha detto Bitteleri - condivide una parte importante del proprio scopo statutario con tali realtà, promuove un modello di business efficace sia dal punto di vista economico che sociale e supporta il terzo settore con soluzioni assicurative semplici e flessibili, attraverso un ecosistema di servizi che semplificano la vita di tutti i giorni degli Enti. In quest’ottica, ITASolidale e il progetto agenzie mutualistiche costituiscono gli strumenti per diffondere la cultura della solidarietà e del volontariato in maniera capillare sul territorio”.
Marcello Casamenti, agente ITAS e vicepresidente ITASolidale, è intervenuto spiegando i progetti di solidarietà sociale che dal 2006 porta avanti da ITASolidale, associazione costituita da ITAS Mutua, Associazione Gruppo agenti ITAS e Comitato per la solidarietà dei dipendenti ITAS. “Da un concetto e da una pratica della solidarietà diffusa possono nascere precise iniziative. E qualsiasi ente di terzo settore può proporre un’iniziativa ad alto impatto sociale”. Tra i progetti sostenuti da ITASolidale, in campo sociale sono diverse le iniziative rivolte al sostegno di persone fragili e soggetti svantaggiati; in campo digitale un e-commerce per sostenere piccoli produttori locali.
Anita Penati, direttrice Generale Fondazione Caritro si è soffermata sul ruolo della Fondazione “che fa parte anche del Comitato di scopo della Capitale italiana ed europea del volontariato, quindi è garante della strategia del volontariato d’impresa che si sta cercando di rafforzare anche con un tavolo apposito”. “Pur essendo nata con l’unico scopo dell’utilità sociale, anche Fondazione Caritro ha visto mutare il suo ruolo negli anni – ha detto Penati - Gli è rimasta appiccicata ancora quell’etichetta di ‘erogatore di contributi’ ma questo sostegno, che c’è ed è ancora importante, è affiancato da una visione diversa del ruolo che ha nella comunità. Mi piace dire che la fondazione è un catalizzatore: per molti l’erogazione è un fine, per noi è il mezzo perché prima di dare il suo sostegno, anche economico, ad un progetto, Fondazione cerca di attivare tutte quelle relazioni, quelle occasioni, quelle riflessioni che portano a far nascere idee nuove per accelerare lo sviluppo di un territorio, delle comunità. Le collaborazioni e le contaminazioni con realtà di impresa sono interessanti perché consentono una condivisione di competenze, esperienze e punti di vista che offrono alle realtà non-profit una integrazione di tipo manageriale (gestionale, organizzativo e strategico). Perché grazie alle loro reti di collaborazioni con dipendenti, professionisti, consulenti, fornitori, o altri portatori di interesse territoriali possono offrire opportunità generative, ovvero moltiplicativi delle risorse coinvolte nei progetti”.
Quindi investire sul territorio non è benevolenza, ma è quanto di più evoluto si può fare, se si vuole far star bene la comunità. Concetto espresso anche da Paolo Venturi, direttore Aiccon, esperto di economia sociale. Venturi si è soffermato, in particolare, sul concetto di territorio che può essere inteso come costruzione sociale e sistema vivente, oppure di geografia e insieme di enti amministrativi. “A seconda del modello scelto si andranno a fare cose diverse. Il problema non è la mancanza di risorse, ma capire cosa si vuole e cosa si intende per territorio”.
A moderare l’incontro Andrea Biondi, giornalista Il Sole 24 Ore.