All’interno del processo di programmazione di medio-lungo termine per la XV legislatura provinciale, e in coerenza con i principali documenti comunitari che identificano la più ampia strategia nazionale ed europea, la Provincia autonoma di Trento ha definito nel 2014 la propria Strategia provinciale di Ricerca e Innovazione per la Specializzazione Intelligente (RIS3). La strategia, su richiesta della Commissione Europea, è attualmente oggetto di integrazione, anche per quanto riguarda gli aspetti di monitoraggio e valutazione.
La Smart Specialisation provinciale ha identificato - attraverso un approccio bottom-up che ha coinvolto i soggetti del mondo della ricerca e dell’innovazione - le vocazioni del territorio, gli investimenti effettuati negli ultimi anni e i risultati ottenuti in termini di partecipazione alle reti nazionali ed internazionali.
In particolare, sono stati identificati 4 macro-ambiti:
1) qualità della vita;
2) meccatronica;
3) energia e ambiente;
4) agrifood.
Questi settori rispondono da un lato all'esigenza di valorizzare la competitività e la specificità del sistema produttivo e tecnico scientifico trentino e dall’altro, a quella di promuovere lo sviluppo sostenibile. È stato inoltre riconosciuto come il Trentino presenta degli elementi cardine che caratterizzano in modo trasversale tutte le aree di specializzazione tematica: ICT, coesione e capitale sociale, innovazione sociale. Per tutte queste aree è stata condotta un’analisi approfondita per valutare la rilevanza dell’ICT e delle tecnologie abilitanti (come, ad esempio, biotecnologie, nanotecnologie, micro-nano elettronica, fotonica), i punti di forza e di debolezza, le opportunità esistenti e l’allineamento con le principali iniziative e programmi a livello nazionale ed europeo.
Tra i criteri chiave che hanno guidato la scelta: la rappresentatività di settori ad alta rilevanza e impatto economico, la coerenza con consistenti investimenti pubblici e privati in innovazione, una massa critica considerevole presente sul territorio, un’eccellenza riconosciuta a livello nazionale ed europeo, un vantaggio competitivo, un’interpretazione ampia del concetto di innovazione che coinvolga pienamente il settore privato, prospettive di sviluppo di mercato particolarmente rilevanti. Le aree, da intendere nelle loro reciproche interrelazioni, si pongono in coerenza con le priorità territoriali di tipo trasversale, a partire dalla diffusione delle tecnologie chiave abilitanti per l’innovazione e la coesione sociale.
La costruzione in progress di matrici delle interrelazioni tra domanda, soggetti istituzionali deputati a rispondervi e politiche di settore, in grado di intervenire positivamente per la possibile risoluzione delle criticità evidenziate, aiuterà a comprendere diversi elementi quali, ad esempio, la dotazione infrastrutturale da mettere in atto, la scala di priorità, la tipologia di intervento più opportuna per la specifica dimensione territoriale, le azioni da promuovere per la sicurezza, l’innovazione, le politiche sociali e ambientali.
LE RAGIONI DELLA RIS3
Il concetto di Smart Specialisation Strategy è stato elaborato a livello europeo e indica strategie d’innovazione - flessibili e dinamiche - concepite a livello regionale ma valutate e messe a sistema a livello nazionale con l’obiettivo di:
• evitare la frammentazione degli interventi e mettere a sistema le politiche di ricerca e innovazione
• sviluppare strategie d’innovazione regionali che valorizzino gli ambiti produttivi di eccellenza tenendo conto del posizionamento strategico territoriale e delle prospettive di sviluppo in un quadro economico globale.
Il nuovo ciclo di programmazione della Politica di Coesione 2014/2020 prevede, come condizione ex ante per l’utilizzo delle risorse comunitarie, che le autorità nazionali e regionali mettano a punto strategie di ricerca e innovazione per la “specializzazione intelligente”, al fine di consentire un utilizzo più efficiente dei fondi strutturali e un incremento delle sinergie tra le politiche comunitarie, nazionali e regionali. Le Regioni di tutti gli Stati membri sono state dunque chiamate a redigere un documento che delinei, a partire dalle risorse e dalle capacità di cui dispongono, la propria Smart Specialisation Strategy, identificando i vantaggi competitivi e le specializzazioni tecnologiche più coerenti con il loro potenziale di innovazione e specificando gli investimenti pubblici e privati necessari a supporto della strategia. (MP)