Mercoledì, 19 Dicembre 2018 - 15:47 Comunicato 3042

Presentato il rapporto del gruppo di lavoro
Sicurezza, nessun allarme ma meglio non abbassare la guardia

In Trentino il rispetto della legalità è adeguatamente garantito, pur trattandosi di un territorio florido e quindi appetibile e non immune dalla possibilità di infiltrazioni criminose. A queste conclusioni è giunto il gruppo di lavoro sulla sicurezza istituito dalla Provincia autonoma di Trento nel 2012 che oggi ha presentato i risultati della sua analisi. Una richiesta maggiore di giustizia e sicurezza emerge invece, secondo lo stesso rapporto, per quanto riguarda la percezione dell’illegalità. “Il rapporto – ha evidenziato il presidente Maurizio Fugatti – ci dice che i temi della sicurezza, della giustizia e della legalità sono considerati importanti dalla popolazione e questo conferma quello che si percepisce a livello di opinione pubblica. Sono quindi ambiti che è utile monitorare costantemente per prevenire possibili rischi. La guardia va mantenuta alta e un possibile sviluppo di questa analisi potrebbe essere la differenziazione per ambiti territoriali per individuare eventuali aree di maggiore rischio”.

Il dottor Stefano Dragone, già Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trento e componente del gruppo di lavoro, ha confermato che pur in assenza di particolari ragioni di allarme, la sicurezza è un tema importante per la comunità. “Se in Trentino – ha detto – ci sono meno casi di denuncia rispetto ad altri territori – molto dipende da un tessuto sociale tendenzialmente meno disponibile al mancato rispetto della legalità.” 

L’avvocato Nicolò Pedrazzoli, dirigente generale dell’Avvocatura e responsabile per la prevenzione della corruzione della Provincia nonché componente del gruppo di lavoro, ha sottolineato la piena collaborazione delle categorie economiche all’indagine svolta con la collaborazione di Ispat, l’istituto di statistica provinciale.

Del criterio scientifico adottato nella rilevazione con le categorie ha parlato il dottor Fabio Scalet, dirigente generale del Dipartimento affari istituzionali e legislativi della Provincia e a sua volta componente del gruppo di lavoro.

Ogni anno tra 18 e 20 reati di criminalità organizzata di competenza della Direzione Distrettuale Antimafia, una trentina all’anno i reati di riciclaggio, usura, violazione delle norme di prevenzione, pressoché insignificanti le denunce per corruzione, con quelle per abuso di ufficio che sono arrivate a 44 all’anno: nel documento si legge che tanto i dati del Ministero dell’Interno - che dicono però che anche il Trentino Alto Adige non è andato immune né da segnalazioni sulla criminalità organizzata , né da quelle che riguardano i cosiddetti “reati spia” - quanto le statistiche della Procura della Repubblica di Trento non paiono giustificare un incremento dell’allarme; non è però consentita una diminuzione dell’attenzione rivolta al fenomeno criminalità.

Nel 2012 la Provincia autonoma di Trento ha istituito il “Gruppo di lavoro in materia di sicurezza”, con il compito di analizzare la vulnerabilità all’infiltrazione criminale del sistema economico trentino. Non aveva compiti di natura investigativa ma di verifica dell’adeguatezza dell’organizzazione amministrativa in materia di prevenzione della corruzione. Nel 2014 al gruppo di lavoro è stato dato il compito di analizzare la vulnerabilità all’infiltrazione criminale del sistema economico trentino per sviluppare risposte preventive attraverso i segnali di allarme.

Il Gruppo di lavoro ha svolto un’indagine interna alla macchina provinciale, con la collaborazione dei dirigenti dei settori più sensibili. Pur non evidenziando particolari problemi, l’approfondimento ha messo in luce l’opportunità di mantenere alta l’attenzione su alcuni ambiti e fenomeni, soprattutto nel settore dell’edilizia e dei trasporti, ma comprendendo anche i subappalti nei lavori pubblici, le transazioni immobiliari, l’uso di stupefacenti e il bullismo a scuola, le offerte anomale nelle gare.

Il lavoro è poi proseguito con un’indagine, realizzata con la collaborazione di Ispat, l’istituto di statistica provinciale, rivolta agli operatori economici e svolta attraverso un questionario sulla percezione di insicurezza. Le osservazioni conclusive di Ispat evidenziano che la percezione generale sulla presenza della criminalità ha una certa, comunque contenuta, consistenza. L’esperienza diretta invece relega il fenomeno a percentuali prossime all’unità. Anche il fenomeno della corruzione nel territorio provinciale, come dicono i risultati delle interviste, ha una consistenza contenuta; nell’ordine di una unità invece l’esperienza diretta. 

Intervista, fotografie e riprese a cura dell'Ufficio stampa

(lr)


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