Domenica, 13 Ottobre 2024 - 16:41 Comunicato 2822

Sacrificio e passione: il canottaggio italiano protagonista tra emozioni e nuove sfide

Al Festival dello Sport di Trento, gli atleti italiani che hanno conquistato le medaglie d'argento nel canottaggio alle Olimpiadi di Parigi 2024 si sono raccontati tra emozioni, sacrifici e prospettive future. Luca Chiumento, Giacomo Gentili, Andrea Panizza e Luca Rambaldi del quattro di coppia, insieme a Stefano Oppo e Gabriel Soares del doppio pesi leggeri, hanno condiviso con il pubblico le storie dietro il prestigioso risultato che ha riportato l'Italia sul podio olimpico.

FESTIVAL DELLO SPORT REMI D’ARGENTO Nella foto: Luca Rambaldi; Andrea Panizza; Giacomo Gentili; Stefano Oppo [ Daniele Paternoster - Archivio Ufficio Stampa PAT]

Per Luca Chiumento, l’argento ha rappresentato la chiusura di un capitolo: "È bello e brutto allo stesso tempo, perché alle prossime Olimpiadi la mia specialità non ci sarà più." La passione per il canottaggio ha trovato eco anche nelle parole di Stefano Oppo, che ha sottolineato quanto sia difficile dare visibilità a questo sport fuori dal contesto olimpico, ma che ora, grazie al risultato di Parigi, il team ha un’energia nuova per affrontare i prossimi quattro anni. Il viaggio verso Parigi non è stato semplice, con un quinto posto a Tokyo ancora nella memoria e l’ingresso di Chiumento nell’equipaggio solo due settimane prima dei Giochi. "Sembrava dovesse andare male," ha ricordato Andrea Panizza, "e invece ci siamo presi questa grande soddisfazione."

La finale è stata una battaglia fino all’ultimo colpo di remo, con gli olandesi chiaramente più forti, ma per questi atleti l'argento è stato comunque motivo di orgoglio: "È stato un grande onore arrivare secondi." Stefano Oppo ha ripercorso la sua avventura olimpica nella specialità dei pesi leggeri, dal quarto posto a Rio al bronzo di Tokyo fino all’argento di Parigi, parlando della dedizione necessaria per continuare a migliorare. Ha sottolineato l'importanza della strategia di gara e della fiducia tra i compagni, elementi che fanno la differenza quando si è in acqua. Nel doppio, il capovoga imposta il ritmo, mentre l'atleta che sta dietro è in grado di interpretare meglio la gara e gli avversari, fondamentale per mantenere la sincronia dell’equipaggio. Anche nella barca a quattro il meccanismo è identico, ma in più ci sono il secondo e il terzo atleta, spesso intercambiabili, che funzionano come un vero e proprio motore che dà la spinta. 

Il ricordo di Filippo Mandelli, ex compagno Azzurro scomparso nel 2021, è stato una spinta ulteriore per il gruppo, che ha cercato di trasformare il dolore in energia positiva. "Abbiamo fatto del nostro meglio per onorare il suo sogno," ha dichiarato Andrea Panizza, ringraziando tutti coloro che li hanno sostenuti, a cominciare dalla famiglia. Con lo sguardo al futuro, Oppo ha riflettuto sull'eliminazione della categoria pesi leggeri dalle prossime Olimpiadi, ma non ha intenzione di fermarsi: la sfida della disciplina "sprint," più dinamica e imprevedibile, non è del tutto esclusa. "Il sacrificio fa parte del gioco," ha detto, "ma la passione è quella che ci spinge a dare sempre tutto." Altri, invece, come Andrea Panizza, già pensano ad aggiungere al canottaggio anche nuovi stimoli, come quello per il bob e la qualificazione per le Olimpiadi di Milano-Cortina.

(sg)


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