Presidente, tecnici e sindaci hanno visto da vicino gli effetti del nuovo crollo al chilometro 26, una frana che fortunatamente si è verificata alle 4 del mattino quando non c’erano auto sulla strada e nemmeno operai delle ditte che stavano perfezionando i lavori per gli interventi successivi alla prima frana.
Secondo quanto accertato dalle verifiche geologiche proseguite anche oggi con i droni, a cadere sono stati poco meno di 100 metri cubi di roccia, in una zona a monte rispetto al primo crollo. Una massa minore (a novembre erano caduti 300 metri cubi), come si vede anche dai minori danni alla strada prodotti, ma che cadendo ha divelto la nuova barriera installata a protezione della strada. Una barriera altamente performante, certificata per 5.000 kilojoule, uno dei massimi livelli di protezione disponibili, ma che di fronte alla grandezza dei massi e all’energia liberata in un punto preciso non è stata in grado di reggere.
Secondo le prime valutazioni, l’intervento richiederà almeno un mese di lavori. Per una riapertura prevista indicativamente per la seconda metà di marzo, con una finestra temporale di alcune settimane che dipende dalla possibilità come detto di riutilizzare o meno le fondazioni della barriera protettiva danneggiata.
“Il nostro pensiero in queste settimane va ai lavoratori pendolari che devono allungare di mezz'ora a tratta il tragitto per le sedi lavorative. Ma certamente la sicurezza è l’obiettivo prioritario e ricordiamo che fortunatamente anche in occasione dell’ultima frana nessuno si è fatto male. Ringraziamo in ogni caso la Provincia e le sue strutture per l’intervento tempestivo, già in occasione dell’episodio di novembre, che ora purtroppo richiede un nuovo impegno”, precisa il sindaco di Folgaria Rech.
“Anch’io - le parole del sindaco di Lavarone Corradi - volevo esprimere la riconoscenza dei nostri territori per l’impegno garantito dall’amministrazione provinciale già riguardo alla frana di novembre e al successivo intervento di ripristino e riapertura. Visti i numerosi casi in Trentino di eventi di natura idrogeologica e la situazione di fragilità evidenziata, ritengo importante che vi sia un’attenzione ancora maggiore e un coordinamento tra le istituzioni per gli interventi di manutenzione e messa in sicurezza sul territorio”.
Al sopralluogo erano presenti per la Provincia Luciano Martorano, dirigente generale del Dipartimento infrastrutture, Carlo Benigni, dirigente del Servizio opere stradali e ferroviarie, Mauro Zambotto, dirigente del Servizio geologico, Paolo Nicolussi Paolaz, responsabile dell’Ufficio strutture stradali.
Interviste, immagini e service a cura dell’Ufficio stampa
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Rassegna stampa ad uso interno: Articoli da L'Adige e IL T - 14.02.2024