"Il mio auspicio - ha detto il presidente Rossi alle assemblee regionali riunite nella sala Depero del Palazzo della Provincia autonoma di Trento - è che queste due giornate siano proficue, ricche di stimoli, e che ci consentano di fare qualche ulteriore passo in avanti lungo la strada che stiamo percorrendo assieme.
Non possiamo nasconderci che ci ritroviamo qui in un momento particolarissimo. L’Euregio è un sogno che abbiamo potuto tradurre via via in realtà quando l’Europa ha iniziato a depotenziare i propri confini interni, inaugurando una nuova epoca di concordia e di cooperazione. L’apertura del confine del Brennero, in questo senso, ha assunto per tutti noi un significato simbolico fortissimo. Non solo: ad esso si sono aggiunti i vantaggi pratici che la nuova situazione rendeva possibili, sul piano dei trasporti, dei commerci, dell’interscambio economico, del turismo e così via.
Coronamento di questo processo, l’unità di intenti che abbiamo saputo costruire, assieme, com’è ovvio, agli stati italiano ed austriaco, e sotto l’egida di Bruxelles, attorno al grande progetto del raddoppio della ferrovia del Brennero e della realizzazione del tunnel di base.
Oggi il Brennero è tornato ad essere un luogo di tensione. Le ragioni, come sappiamo, sono in gran parte extraeuropee; rimandano ai conflitti in corso in Medio Oriente, nella sponda Sud del Mediterraneo, nonché in alcune regioni dell’Africa e dell’Asia, che generano imponenti flussi di persone richiedenti protezione internazionale. Rimandano inoltre agli squilibri esistenti a livello globale nei livelli di sviluppo, e all’attrazione che, comunque, l’Europa ancora continua ad esercitare. Sia come sia, i contraccolpi anche a livello locale, ed in particolare appunto sul confine del Brennero, sono, come è noto, molto importanti.
Io credo che, a prescindere dalle diverse valutazioni che tutti si possano esprimere, riguardo alle questioni a cui ho sommariamente accennato, un concetto dobbiamo impegnarci a ribadire: l'Euregio dimostra che il sogno dell’Europa unita è sempre vivo, oltre gli Stati ed i confini, oltre alle ferite prodotte dalla storia, oltre ai nazionalismi, oltre le emergenze, oltre le crisi economiche ed umanitarie, che dobbiamo affrontare con coraggio e spirito di responsabilità. Un'Europa capace di valorizzare le piccole comunità e lo stare assieme al di là delle differenze di lingua e cultura.
Qui, nel cuore delle Alpi, abbiamo costruito un pezzo del futuro europeo che auspichiamo per i nostri figli e nipoti. Dobbiamo andarne ogogliosi. Fra le nostre popolazioni, oggi, c'è sempre maggiore conoscenza e consapevolezza di cosa rappresenti l’Euregio. Ma al tempo stesso c’è ancora molto da lavorare, tantopiù in un momento delicato come quello che stiamo attraversando. Il nostro obiettivo – ed anche il mio personale, in questi due anni di presidenza – deve essere quello di lavorare affinché tutti i cittadini, ma in primo luogo proprio i giovani, possano cogliere le opportunità concrete che l'Euregio mette loro a disposizione, in campi che vanno dal lavoro allo studio, dalla conoscenza delle lingue alla ricerca scientifica, dall’imprenditorialità a alla cultura. Senza dimenticare la solidarietà a cui abbiamo dedicato un piccolo spazio anche qui, con foto e immagini del progetto che l’Euregio sta realizzando congiuntamente in Africa.
Guardiamo dunque con fiducia e determinazione al cammino che abbiamo di fronte. Concentriamoci su ciò che ci può unire".