Mercoledì, 20 Aprile 2016 - 18:22 Comunicato 747

Rossi in apertura del Dreier Landtag: "Concentriamoci su ciò che ci unisce"

Il presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi, anche nella sua veste di attuale presidente del Gect, ha portato oggi i suoi saluti alle assemblee legislative dell'Euroregione Trentino-Alto Adige-Tirolo (e del Voralberg in veste di osservatore) in occasione dell'apertura del lavori del 12esimo Dreier Landtag. "Nonostante il Brennero sia tornato ad essere un luogo di tensione, ribadiamo la nostra volontà di lavorare assieme - ha detto il presidente Rossi - . Concentriamoci su ciò che ci unisce".

"Il mio auspicio - ha detto il presidente Rossi alle assemblee regionali riunite nella sala Depero del Palazzo della Provincia autonoma di Trento - è che queste due giornate siano proficue, ricche di stimoli, e che ci consentano di fare qualche ulteriore passo in avanti lungo la strada che stiamo percorrendo assieme.

Non possiamo nasconderci che ci ritroviamo qui in un momento particolarissimo. L’Euregio è un sogno che abbiamo potuto tradurre via via in realtà quando l’Europa ha iniziato a depotenziare i propri confini interni, inaugurando una nuova epoca di concordia e di cooperazione. L’apertura del confine del Brennero, in questo senso, ha assunto per tutti noi un significato simbolico fortissimo. Non solo: ad esso si sono aggiunti i vantaggi pratici che la nuova situazione rendeva possibili, sul piano dei trasporti, dei commerci, dell’interscambio economico, del turismo e così via.

Coronamento di questo processo, l’unità di intenti che abbiamo saputo costruire, assieme, com’è ovvio, agli stati italiano ed austriaco, e sotto l’egida di Bruxelles, attorno al grande progetto del raddoppio della ferrovia del Brennero e della realizzazione del tunnel di base.

 Oggi il Brennero è tornato ad essere un luogo di tensione. Le ragioni, come sappiamo, sono in gran parte extraeuropee; rimandano ai conflitti in corso in Medio Oriente, nella sponda Sud del Mediterraneo, nonché in alcune regioni dell’Africa e dell’Asia, che generano imponenti flussi di persone richiedenti protezione internazionale. Rimandano inoltre agli squilibri esistenti a livello globale nei livelli di sviluppo, e all’attrazione che, comunque, l’Europa ancora continua ad esercitare. Sia come sia, i contraccolpi anche a livello locale, ed in particolare appunto sul confine del Brennero, sono, come è noto, molto importanti.

Io credo che, a prescindere dalle diverse valutazioni che tutti si possano esprimere, riguardo alle questioni a cui ho sommariamente accennato, un concetto dobbiamo impegnarci a ribadire: l'Euregio dimostra che il sogno dell’Europa unita è sempre vivo, oltre gli Stati ed i confini, oltre alle ferite prodotte dalla storia, oltre ai nazionalismi, oltre  le emergenze, oltre le crisi economiche ed umanitarie, che dobbiamo affrontare con coraggio e spirito di responsabilità.  Un'Europa capace di valorizzare le piccole comunità e lo stare assieme al di là delle differenze di lingua e cultura. 

Qui, nel cuore delle Alpi, abbiamo costruito un pezzo del futuro europeo che auspichiamo per i nostri figli e nipoti. Dobbiamo andarne ogogliosi. Fra le nostre popolazioni, oggi, c'è sempre maggiore conoscenza e consapevolezza di cosa rappresenti l’Euregio. Ma al tempo stesso c’è ancora molto da lavorare, tantopiù in un momento delicato come quello che stiamo attraversando. Il nostro obiettivo – ed anche il mio personale, in questi due anni di presidenza – deve essere quello di lavorare affinché tutti i cittadini, ma in primo luogo proprio i giovani, possano cogliere le opportunità concrete che l'Euregio mette loro a disposizione, in campi che vanno dal lavoro allo studio, dalla conoscenza delle lingue alla ricerca scientifica, dall’imprenditorialità a alla cultura. Senza dimenticare la solidarietà a cui abbiamo dedicato un piccolo spazio anche qui, con foto e immagini del progetto che l’Euregio sta realizzando congiuntamente in Africa.

Guardiamo dunque con fiducia e determinazione al cammino che abbiamo di fronte. Concentriamoci su ciò che ci può unire".

(mp)