Giovedì, 12 Ottobre 2023 - 21:42 Comunicato 2902

Ronaldinho, a passo di samba: un predestinato che ha reso il calcio musica e felicità

All'auditorium Santa Chiara di Trento Ronaldinho ha regalato sorrisi e spettacolo. "Tutto molto facile, tutto muy lindo" ha ripetuto più volte con serenità. Accolto da scroscianti applausi, che sono proseguiti quasi dopo ogni frase del campione brasiliano, il Gaucho ha raccontato la sua storia calcistica, sottolineando però anche l'importanza della famiglia. Incontenibile il pubblico del Festival dello Sport, che lo ha omaggiato con il suo classico gesto con le dita (pollice e mignolo agitati in aria) e, durante gli intermezzi musicali, bambini e ragazzi hanno lanciato sul palco magliette del Milan e quelle brasiliane. Troppo però l'entusiasmo dei fan: evento interrotto in anticipo.
Nella foto: Ronaldinho [ Michele Lotti - Archivio Ufficio Stampa PAT]

Tanti, tantissimi applausi. Un tripudio dall'inizio alla fine per il "Gaucho", Ronaldinho, pallone d'oro nel 2005 e calciatore che ha fatto del suo sorriso, oltre alle sue straordinarie capacità in campo, l'elemento distintivo. Si è presentato così anche all'auditorium Santa Chiara, dove una lunghissima coda di tifosi e amanti del calcio lo ha aspettato per ore, sperando di riuscire ad entrare per sedersi ed ascoltare la storia del campione verdeoro. È arrivato con uno dei suoi classici look particolari, occhiali da sole e cappello largo, e fin da subito ha dispensato sorrisi e risate. Il suo calcio, ha detto lui stesso, mette allegria. Ma non è stata una vita facile quella di Ronaldinho, come ha raccontato all'inizio dell'incontro: ha perso prima il padre, poi la madre ed ora, accompagnato sempre dall'inseparabile fratello Roberto, ha trovato nella famiglia il suo punto di riferimento. "La famiglia è sempre stata la cosa più importante della mia vita, non si è mai pronti a perdere qualcuno, né quando sei giovane e nemmeno non sei più grande. E quando sono con loro, la mia vita è più bella, tutto migliora". Una foto dopo l'altra, un vero e proprio album di ricordi, scandito dal ritmo incalzante del giornalista Filippo Maria Ricci.
Parlare di calcio con Ronaldinho è stato facile: il Mondiale vinto nel 2002, la Coppa America del 2004, il pallone d'oro del 2005. Un predestinato, è stato ricordato, che ha potuto giocare con Ronaldo "il fenomeno" e con Rivaldo, solo per citarne alcuni. "Giocare con loro veniva naturale, non c'è mai stato alcun problema. Sapevamo ciò che dovevamo fare in campo e sembrava tutto semplice. Chi difendeva di più? Beh, gli altri otto…". Per il Gaucho, una vita in Europa: prima il Paris Saint Germain, poi il passaggio memorabile al Barcellona, club con il quale Ronaldinho ha fatto la storia. "Vincere la Champions è stato il coronamento di lavoro e impegno - ha poi aggiunto. - Non credo che il Barcellona sia diventato grande grazie a me, il merito è stato di tutti. Il gol all'Arsenal? Forse c'era un mezzo passo di samba. È uscito davvero un bel gol!". Poi, il Milan. E qui il Santa Chiara non si è più trattenuto e sul palco sono volate magliette e pennarelli per gli autografi. "Tutti i giocatori sognano di giocare nel Milan, una delle più forti squadre del mondo. Ed ora rivederlo vincere è una grande emozione. Ancelotti? Un grandissimo allenatore, è stato un piacere lavorare con lui. Uno dei migliori della storia".
L'evento poi è terminato prima del tempo: la folla non ha resistito e Dinho è stato letteralmente preso d'assalto da magliette, palloni e penne lanciate sul palco, con un entusiasmo travolgente. Impossibile proseguire, così il campione si è concesso a qualche autografo prima di salutare il pubblico. (NM)

 

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