Martedì, 13 Giugno 2023 - 18:13 Comunicato 1818

All’incontro di ieri in Sala Belli il vicepresidente Mario Tonina ha tracciato la via per il futuro
"Reti di Riserva, fondamentale l’educazione ambientale per coinvolgere anche i giovani”

A dieci anni dal loro avvio, le recenti modifiche alla disciplina delle Reti di Riserve hanno ridefinito parzialmente la cornice per il funzionamento dello strumento. Lo scorso anno, invece, sono stati approvati i criteri attuativi, gli schemi tipo di convenzione e di programma degli interventi. Oggi in sala Belli nell’incontro "Reti di Riserve: strategie e opportunità per il riavvio", le Reti di Riserve hanno illustrato come hanno riavviato o stanno riavviando il loro percorso. Nella riunione, alla quale hanno partecipato numerosi amministratori pubblici e i rappresentanti delle reti, sono stati illustrati i punti di forza e di debolezza, ma anche i possibili sviluppi futuri delle reti di riserve.
Vicepresidente Tonina [ Veneri - Archivio Ufficio Stampa PAT]

“Con la riforma delle reti che hanno caratterizzazioni anche molto diverse, che vanno dai fiumi agli ambiti a parco agli ambiti terrazzati e relativi interventi – ha spiegato a inizio lavori l’assessore all’urbanistica, ambiente e cooperazione Mario Tonina - abbiamo cercato, su sollecitazione di chi vive quotidianamente il territorio con un ruolo e una responsabilità, di rendere più facili i percorsi delle procedure, della programmazione degli interventi, del finanziamento provinciale e della rendicontazione. Dal 2008 al 2020 le reti di riserve hanno attivato risorse per 23 milioni e proprio per sostenere il progetto delle reti nel bilancio 2023-25 la Provincia si è impegnata a confermare le risorse degli accordi precedenti, stanziando oltre 2,5 milioni di euro. Tenendo conto che la Provincia impegna al massimo il 50% delle risorse della rete, emerge come siano significative le risorse attivate a livello territoriale per la conservazione e valorizzazione delle risorse naturali. Con questo nuovo documento abbiamo anche voluto dare un impulso diverso in un momento particolare, di transizione. Oggi i temi legati alla sostenibilità sono quelli maggiormente sentiti, che coinvolgono le categorie economiche, associazioni, amministrazioni perché si percepisce che questa è una strada che può differenziare ulteriormente il Trentino. La rete di riserve ci consente di partire dal basso con coinvolgimento di varie persone, organizzazioni che ci credono che vogliono lavorare e tengono in considerazione la responsabilità, la condivisione e la partecipazione. Questo processo di sviluppo dal basso, inoltre, diventa strumento di programmazione locale a favore delle generazioni future. Da qua dobbiamo partire per affrontare i cambiamenti in atto, perché ci sono segnali che non possiamo ignorare e su tematiche come quelle ambientali dobbiamo essere presenti. ”.

Quindi l’assessore ha spiegato il prossimo obiettivo: “Oggi su temi come questi legati all’ambiente – ha concluso - abbiamo un sostegno importante da parte dei giovani. Dobbiamo riuscire a coinvolgerli, a fare sistema con loro per poter costruire nuovi percorsi, cercando di rafforzare la loro presenza. Il nostro impegno deve andare in questa direzione e coinvolgere fin dall’inizio i giovani, anche attraverso le scuole. Cerchiamo di lavorare ancora di più in questa direzione perché, prima di promuovere e presentare i nostri luoghi all’esterno, li dobbiamo comunicare ai nostri cittadini a chi li vive ogni giorno per garantire ulteriori prospettive di opportunità di sviluppo socio economico. Elemento, questo che ci distingue dagli altri territori”.

A seguire sono stati evidenziati i punti di forza e di debolezza delle Reti di Riserve: Simone Santuari e Maurizio Gilli della Rete di Riserve della Valle di Cembra hanno spiegato come la rete sia un valido strumento di integrazione delle politiche e attivazione di sinergie con il territorio, di strategie di coesione territoriale e di partecipazione delle comunità locali. Dal canto suo Gianfranco Pederzolli (Parco Fluviale della Sarca) ha invece descritto la Rete come organizzazione complessa in un territorio eterogeneo sia dal punto di vista ambientale che culturale, mentre Dante Dossi (Parco Naturale Locale del Monte Baldo) ha illustrato il processo di riattivazione della Rete e la ricerca di una nuova identità. Infine sono stati portati alcuni esempi delle potenzialità delle Reti delle riserve: Alessandra Tanas (Parco Fluviale dell’Alto Noce) ha spiegato alcune strategie di pianificazione della Rete tra conservazione della natura, coesione territoriale e responsabilizzazione delle comunità locali; Matilde Peterlini (Rete di riserve Alpi Ledrensi e Rete di Riserve Valle del Chiese) e Giancarlo Orsingher (Rete di Riserve del fiume Brenta) hanno portato alcuni esempi di azioni di educazione ambientale per la diffusione della consapevolezza dei valori ambientali del territorio e la partecipazione delle comunità locali alle attività delle Reti.

(pt)


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