
A ribadire quanto la gestione dell’Adige - assegnata nel 2000 al Trentino dallo Stato - sia una responsabilità centrale nell’esercizio dell’autonomia trentina, è stata l’assessore con delega alla difesa idrogeologica e agli enti locali, Giulia Zanotelli: “Quando parliamo di rischio idrogeologico, dobbiamo ricordare un principio fondamentale: il rischio zero non esiste. Proprio per questo il nostro impegno quotidiano è rivolto alla prevenzione, alla mitigazione e alla manutenzione costante, anche grazie anche al lavoro del Servizio Bacini montani e del Servizio Foreste”. Zanotelli ha messo in luce anche come siano ingenti le risorse messe in campo: “Ogni anno investiamo mediamente 25 milioni di euro per la difesa del territorio provinciale. Nell’ultimo decennio, il valore complessivo supera i 281 milioni di euro: si tratta di fondi provinciali, statali e del Pnrr”. L’assessore ha poi posto l’accento sull’importanza della sensibilizzazione, soprattutto tra i giovani: “Un tema per noi molto caro è quello della formazione. Grazie all’iniziativa ‘Alluvioni a catinelle’, portiamo nelle scuole strumenti e conoscenze per affrontare gli eventi naturali e per avvicinare le nuove generazioni al mondo del volontariato, uno dei pilastri della nostra autonomia”.
Quella di oggi è peraltro una giornata simbolica, poiché come ha ricordato il dirigente generale del Dipartimento protezione civile, foreste e fauna Stefano Fait, il 13 ottobre è riconosciuta quale Giornata internazionale per la mitigazione delle catastrofi naturali. Proprio oggi - ha ricordato Fait - si apre la Settimana della Protezione civile del Trentino, che proseguirà con incontri tematici, esercitazioni e momenti di divulgazione, fino alla Cittadella della Protezione civile alle Albere nel fine settimana: “Sarà un momento importante per incontrare i cittadini e riconoscere il valore di chi ogni giorno contribuisce alla sicurezza e alla coesione della comunità trentina”.
Il valore tecnico e scientifico dell’incontro è stato ribadito anche dal dirigente del Servizio Bacini montani, Lorenzo Malpaga, che ha spiegato come il convegno sia pensato per offrire uno sguardo completo sul fiume Adige, coinvolgendo enti e territori diversi. “Abbiamo voluto un evento aperto ai professionisti, al mondo accademico e ai funzionari delle province autonome di Trento e Bolzano e della Regione Veneto – ha spiegato –. L’obiettivo è riflettere sull’Adige a 360 gradi, sui suoi aspetti storici, ambientali e di rischio. Anche se oggi i pericoli sono moderati, le grandi alluvioni del 1882 e del 1966 ci ricordano che la possibilità di eventi simili non è del tutto esclusa. È importante che tutti, cittadini e istituzioni, siano consapevoli di questi rischi e pronti a gestirli”.
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