
Il direttore generale Ferro ha spiegato come i principi di una risposta sanitaria maggiormente territoriale si traducono nel nuovo assetto organizzato di Apss, anche riguardo all’ambito del capoluogo.
L’impostazione basata sui tre distretti sanitari, con sei ambiti territoriali totali, vede Trento e la valle dei Laghi inserite nel distretto nord assieme a val di Non, val di Sole, Rotaliana, Paganella. I distretti, è stato sottolineato, non sono dei “confini” ma una soluzione organizzativa che permette di decentrare al meglio i servizi. A loro volta gli ambiti che formano ciascun distretto consentono di garantire un’interfaccia il più possibile vicina agli amministratori locali e alle rispettive comunità.
Nel disegno della riorganizzazione vengono poi ripristinati i dipartimenti ospedalieri e creati tre nuovi dipartimenti transmurali: pediatrico, ostetrico-ginecologico e “anziani e longevità”.
Centrale, ha continuato Ferro, il rapporto tra il nuovo assetto e il percorso di riforma della medicina di famiglia e territoriale. Una delle novità fondamentali della riorganizzazione è infatti la “rete professionale locale” per portare la sanità “a casa” del paziente, offrendo tutte quelle prestazioni domiciliari che costituiscono la quasi totalità del fabbisogno in termini di risposta sanitaria dei cittadini.
“Questa - ha detto il direttore generale Apss - è la chiave di volta per migliorare in modo importante la nostra sanità del presente e futuro, considerando l’invecchiamento, l’aumento delle malattie cronico-degenerative e permettendo anche di utilizzare i device per la telemedicina”.
Toccati altri importanti temi. Il ruolo della Scuola universitaria di medicina per valorizzare la rete ospedaliera provinciale e fornire un centro di eccellenza da spendere anche per arricchire le competenze dei presidi nelle valli. La prevenzione, per la quale si individua il ruolo delle amministrazioni locali nel promuovere le attività all’aria aperta e stili di vita e comportamenti salutari, l’attenzione della parte amministrativa nella riorganizzazione di Apss e all’interfaccia con le amministrazioni locali, la sinergia con i progetti del PNRR.
Affrontato infine il tema della disponibilità di risorse umane. La capacità del territorio di attrarre e far rimanere i giovani qualificati, non solo medici ma anche infermieri e operatori sanitari, rappresenterà una sfida almeno per i prossimi tre anni.