Martedì, 13 Dicembre 2016 Comunicato 2650

Richiedenti asilo in Europa, migranti "in orbita"

La seconda giornata del convegno sulle migrazioni promosso dal Club Alpbach Trentino nell'Aula Kessler di Sociologia si è soffermata soprattutto sulle questioni riguardanti le richieste d'asilo, la nozione di paese sicuro d'origine, i casi di auto-organizzazione dei migranti come quello di Ventimiglia. Con i migranti che vengono detti "in orbita", perchè sballottati all'interno di un territorio europeo dove ci sono tante politiche migratorie e scelte diametralmente opposte.

Primo intervento quello di Irene Serangeli, del Centro Astalli di Trento, che ha spiegato come in Europa non ci sia armonizzazione tra gli stati per quanto riguarda l'applicazione della "safe country of origin", cioè nell'individuare se un migrante provenga da un paese sicuro o meno. In Italia, Polonia e Svezia non ci sono questo tipo di discriminazioni, in Portogallo, Spagna, Grecia, Bulgaria, Romania, Lettonia ci sono ma non vengono applicate, negli altri paesi vengono fatte delle differenziazioni come ad esempio in Gran Bretagna, dove il Gambia è considerato paese sicuro soltanto per gli uomini.

Alessandro Fiorini dell'associazione "Asilo in Europa" ha sostenuto che ci sia bisogno in Europa di regole comuni su procedure e rimpatri e «una soluzione potrebbe essere quella di lasciare che i migranti possano muoversi liberamente sin da subito all'interno dell'area Schengen». Fiorini ha descritto il meccanismo dei regolamenti di Dublino, secondo il quale un migrante può richiedere protezione nel paese d'Europa dal quale è entrato irregolarmente sul territorio dell'Unione.

«Si è parlato anche di un sistema di riallocazione per 160mila richiedenti asilo in Italia e Grecia fra il settembre 2015 ed il settembre 2017. Ad oggi è chiaro il fallimento visto che si sono spostate soltanto 1549 persone dall'Italia e 5300 dalla Grecia. La ricollocazione non funziona perchè la solidarietà fra paesi membri è un'utopia».

Valeria Ferraris dell'Università di Torino si è occupata di impronte digitali e ha mostrato con dei dati come i migranti nel 2015 siano stati registrati in modo diverso come richiedenti asilo o immigrati irregolari a seconda delle politiche migratorie dei singoli paesi. Ci sono zone d'Europa dove si è puntato di più a selezionare i richiedenti asilo e a vederne il potenziale, come in Svezia (100mila richiedenti e solo 12 irregolari), Germania (319mila 637 richiedenti, 340 irregolari) e Gran Bretagna (19mila richiedenti, 176 irregolari). Mentre ad esempio in Grecia sono stati registrati in 5mila 564 come richiedenti asilo e ben 176mila 832 come irregolari. Situazione mista in Italia (51mila 190 richiedenti e 30mila 736 irregolari) e Ungheria (59mila 976 richiedenti asilo, 58mila 539 irregolari).

Fulvia Richiardone, che ha seguito delle procedure di richiesta d'asilo per conto dell'Unhcr (l'Alto commissariato Onu per i rifugiati) ha raccontato come lavorano le commissioni che devono decidere se venga concesso o meno l'asilo. Venti le commissioni nazionali, composte ognuna da 4 membri: un presidente, un rappresentante della Questura, un rappresentante di ente locale e un rappresentante di Unhcr. Nel recentissimo passato è cambiato molto l'approccio ai richiedenti asilo, basti pensare al fatto che in Europa le richieste d'asilo siano passate da 560mila nel 2014 a ben 1,255milioni nel 2015.

In Italia ed in Europa è stato divergente l'andamento del riconoscimento della protezione. Nel 2014 sul territorio nazionale il 60% delle richieste è stato accettato, con una percentuale che è scesa al 41% nel 2015 ed al 35% nel 2016. Trend inverso per l'Europa dove si è passati dal 45% del 2014 al 52% del 2015 fino al 59,5% del 2016.

Infine Anastasia Barone dell'Università di Coimbra ha parlato di quanto avvenuto quest'estate a Ventimiglia, indicando come sia stata criminalizzata la solidarietà verso i migranti, «con fogli di via dati a persone che portavano semplicemente qualcosa da mangiare. Si è criminalizzata così la solidarietà, prevenendo l'auto-organizzazione da parte dei migranti». In agosto Ventimiglia finisce nell'attenzione mediatica per le manifestazioni "No Border" e 400 migranti rispostati a Taranto.



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