
Dai rappresentanti delle Comunità di Valle sono state avanzate molte ipotesi di possibili campi su cui approfondire la collaborazione con l'Università. Si è parlato di agricoltura sostenibile, di allevamento, di sviluppo complessivo del territorio, di formazione specialistica per chi lavora nell'ambito dell'economia turistica, di valorizzazione delle risorse naturali come quelle termali, e soprattutto del tema del welfare e della sfida di garantire i servizi a fronte del costante contenimento delle risorse disponibili. Anche i giovani e le loro possibilità di trovare un'occupazione sono stati oggetto di confronto.
In termini generali all'Università trentina si chiede di fornire un supporto alle amministrazioni che governano i diversi territori, sia dal punto di vista dell'analisi che della ricerca di azioni e progetti operativi in grado di dare risposte alle esigenze che emergono.
"Molti dei temi proposti – ha aggiunto l'assessore Daldoss - riprendono argomenti che sono già oggetto del Piano di sviluppo provinciale. Credo che, in termini generali, solo una parola ci salverà ed è qualità, concetto che è diretta emanazione di sostenibilità. L'investimento nella cultura, nella preparazione, nello studio è uno strumento fondamentale di affrancamento dalla marginalità. E' importante che la possibilità di studiare, anche ai massimi livelli, rimanga un diritto per tutti".
Il presidente Cipolletta ha sottolineato come lo statuto dell'Ateneo trentino evidenzi l'importanza dello sviluppo e mantenimento di relazioni con il territorio e la comunità. "L'università – ha detto - si occupa di didattica ma anche di ricerca e consulenza che possono riguardare anche gli interessi locali. L'università vuole mettersi al servizio della comunità e ascoltare le sue esigenze".
Al professor Armanini è stato riservato il compito di illustrare l'organizzazione dell'Università di Trento e alcuni casi di progetti già avviati o realizzati che hanno visto la collaborazione della ricerca con le istanze del territorio; in particolare in materia di minoranze linguistiche, tecnologie della comunicazione e informazione, trasferimento tecnologico alle imprese e gestione delle risorse energetiche.
"Il principale punto di unione tra noi e il territorio – ha aggiunto – è rappresentato dai tanti giovani che si sono laureati a Trento o che hanno scelto questa università per i loro studi".
Su aree tematiche come l'ambiente, le scienze della vita, il welfare, il trasferimento tecnologico si pensa ci potranno essere collaborazioni e ricadute importanti a vantaggio della comunità trentina. (lr) -