
La constatazione che innesca il dialogo tra gli ospiti illustri del mondo bancario, industriale ed accademico è che, dati alla mano, il capitalismo familiare è una delle colonne portanti dell’economia europea e italiana. In Europa, le imprese familiari sono 14 milioni; in Italia, se ne contano 784.000. Rispettivamente, più del 72% e più dell’85% del totale delle società presenti nell’area geografica considerata.
Fabio Corsico, Direttore Relazioni Esterne del Gruppo Caltagirone e faculty member della Luiss Business School, traccia quindi l’identikit dell’impresa familiare: cuore originario dell’imprenditoria, in cui la tensione tra identità e innovazione si trasforma in una forza capace di attraversare le generazioni, in cui l’equilibrio instabile di partenza va stabilizzato nei percorsi. Smonta poi alcuni stereotipi – come l’idea che le imprese familiari siano meno redditizie o meritocratiche – mostrando invece come il pensiero di lungo periodo, la disciplina e l'adattabilità siano importanti elementi distintivi di questo modello rispetto a quello manageriale.
La riflessione approda poi sulla differenza tra il modello europeo e quello americano; il Presidente di IE University Santiago Iñiguez de Onzoño indaga due visioni e due approcci culturali agli antipodi, eppure entrambi da valorizzare: quello statunitense, orientato a performance e pragmatismo, così come quello europeo, radicato nella tradizione e nella trasmissione dell’identità familiare.
Un caso raro è quello di Ian Gallienne, CEO di Groupe Bruxelles Lambert - holding di investimento belga con sede a Bruxelles -, il quale ci porta la testimonianza di una rara ma efficace unione di due famiglie, una canadese e una belga, che ha dato vita a una realtà comune fondata su rispetto reciproco, governance condivisa e alternanza nella leadership. Un equilibrio complesso ma efficace, dove la fiducia diventa la chiave del successo .
A completare il quadro, l’intervento di Gerardo Braggiotti, Country Advisor per l’Italia di Goldman Sachs, che ha rievocato il caso Fiat del 2005 - un enorme investimento ad altissimo rischio in un momento di crisi senza precedenti - come simbolo di resilienza, coraggio imprenditoriale, dell’importanza del coinvolgimento di consiglieri di qualità.
Fondamentale poi, secondo Braggiotti, resta la pianificazione del passaggio generazionale; un processo che deve valorizzare la leadership e il capitale umano, adattandosi a ogni contesto con “misure su misura”. Sul tema, Corsico conferma che dalla pandemia il cambiamento è in atto. Dopo lo storico spartiacque, è cresciuta la consapevolezza che la transizione di leadership non può più essere lasciata al caso: servono regole semplici, armonia interna e una guida capace di unire visione strategica e sensibilità familiare.
Dall’intreccio di esperienze e prospettive di alto profilo è emersa quindi un’immagine nitida: le imprese familiari non sono affatto un retaggio del passato, ma uno spazio dinamico in cui tradizione e innovazione trovano una sintesi possibile. E una sfida profondamente europea, da affrontare con competenza e consapevolezza.