Il benessere familiare è al centro della legge 1/2011 che ha generato le prime politiche per la famiglia. Le sinergie territoriali hanno dato i natali a 20 distretti famiglia e al Network nazionale che raggruppa tutti gli enti e comuni che vogliono investire in azioni concrete a favore della famiglia. L’evento è stato moderato da Debora Nicoletto, referente Distretti famiglia Agenzia per la coesione sociale. Ha aperto i lavori Paride Gianmoena, presidente del Consorzio dei Comuni Trentini, e Filomena e Mauro Ledda, coordinatori del Network nazionale comuni amici della famiglia che hanno portato cenni della storia di crescita del Network che in pochi anni ha raccolto 193 comuni e 18 organizzazioni in tutta Italia. Segno della volontà sempre più estesa tra i comuni italiani di mettere a terra concrete azioni a sostegno delle famiglie. Sul tema delle reti generative del benessere e della gentilezza è intervenuto Luca Toschi, docente dell’Università di Firenze, mentre sul binomio “Welfare e famiglie” ha parlato Matteo Rizzolli, docente della Lumsa di Roma.
La seconda sessione ha indagato le politiche a sostegno della coesione sociale portando in luce le esperienze fatte dalla Provincia di Trento. Ha esordito Luciano Malfer, dirigente generale dell’Agenzia per la coesione sociale: “Emerge ormai chiaramente che un territorio che investe nelle politiche familiari è più attrattivo e competitivo. La crescita si fa con la cultura, un mandato forte dell’autorità pubblica, formazione, comunicazione generativa, servizi, capitale territoriale”. Malfer ha aggiunto che il welfare generativo si implementa tramite tre pilastri: aziende, comuni e distretti famiglia, che producono annualmente 8.161 azioni dal Family Audit, 3356 dalla certificazione Family in Trentino, 1363 dal circuito Family in Italia, 626 dai Distretti famiglia. Tutte azioni che realizzano interventi di sostegno concreto alle famiglie italiane come tariffe agevolate, servizi (nidi, tagesmutter, parcheggi rosa), trasporti (tariffa famiglia, estesa ai nonni), cultura (agevolazioni per musei, castelli), conciliazione vita-lavoro (flessibilità oraria, nidi aziendali, convenzioni, parità di genere).
“Abbiamo messo a sistema tutti gli strumenti delle politiche familiari” ha detto Michele Dorigatti, direttore Fondazione don Lorenzo Guetti, avvalendosi della competenza di Francesca Correr, antropologa ed educatrice: “abbiamo fatto sintesi elaborando una carta d’identità per ciascun strumento family: funzioni, mission, vantaggi per il territorio, attori coinvolti, normativa. La ricerca sarà utile allo sviluppo del new public family management.”
Nella seconda sessione voce agli attori delle politiche: i manager territoriali. Ha iniziato Francesca Cenname, manager del Distretto famiglia Vallagarina: “Ho iniziato nel 2018 e, grazie al percorso da manager di territorio, ho capito che occorre crescere assieme al territorio che continua a cambiare e ad avere nuovi bisogni. Il manager ha un ruolo non statico, ma liquido”. Mascia Baldessari, consulente Family Audit, invece ha parlato dell’esigenza di politiche di conciliazione vita-lavoro, in particolar modo la flessibilità oraria. Hanno parlato infine Alberto Quattrini, valutatore Family Audit, e Gianni Sbetti dell’Agenzia per la coesione sociale che ha presentato la figura del verificatore del Marchio Open, una certificazione che sarà assegnata alle aziende pubbliche e private se rispondenti a determinati requisiti di accessibilità verso le persone diversamente abili. Dal Trentino all’Italia con uno sguardo e confronto con altre esperienze regionali dalla Campania alla Lombardia e al Friuli: il giornalista Diodato Pirone ha portato testimonianza del progetto territoriale per la costruzione di un Distretto famiglia nella Valle Caudina (Avellino); Stefano Sirleto ha presentato il Distretto famiglia della Val Seriana (Bergamo) e Francesca Papais, ha presentato il progetto family del Comune di Zoppola (Pordenone).