
Nel corso di questi incontri, sono invitati a partecipare gli amministratori comunali e in primo luogo i sindaci, in considerazione del loro ruolo di massima autorità di protezione civile locale. Sono proprio i primi cittadini, infatti, che in caso di necessità sono chiamati a emanare ordinanze di chiusura di strutture e infrastrutture, ma anche di evacuazione di edifici, qualora le persone ospitate siano esposte a rischi rilevanti.
La Protezione civile trentina è caratterizzata da componenti professionali quali il Servizio Bacini montani, il Servizio Prevenzione rischi e Centrale unica per l’emergenza, il Servizio Antincendi e Protezione civile, e da componenti volontarie tra cui spiccano - non solo in ragione del loro numero - i Vigili del fuoco volontari, che possono essere connotati come le prime “sentinelle” dislocate a presidio del territorio e della sicurezza di cittadini e ospiti. La loro capillare presenza sul territorio è testimoniata dal fatto che i Vigili del fuoco sono potenzialmente in grado di schierare un loro membro su tutti i 6.200 chilometri quadrati che compongono il territorio provinciale.
L’amalgama tra le diverse componenti della Protezione civile è ovviamente fondamentale, e pertanto il primo obiettivo di questi incontri è quello di migliorare ulteriormente la reciproca conoscenza e collaborazione.
Altrettanto importante è il coinvolgimento su questi temi di tutta la popolazione trentina che – utilizzando un’immagine tipica del mondo del basket – può essere considerata come “il sesto uomo” della Protezione civile: l’efficacia degli interventi effettuati in occasione di fenomeni calamitosi può essere infatti vanificata in tutto o in parte dai comportamenti imprudenti di chi, ad esempio, percorre un ponte o sosta su un argine durante un’alluvione o, più banalmente, alla guida di un veicolo non mantiene un’adeguata distanza dal veicolo che lo precede. Troppo spesso i Vigili del fuoco sono chiamati a fronteggiare le conseguenze di questi comportamenti scorretti, che vengono stigmatizzati anche negli avvisi di allerta emanati dalla Protezione civile, laddove sta scritto: “Si comunica alla popolazione la necessità di: porre massima attenzione alle condizioni dei luoghi da percorrere, anche con automezzi e veicoli; evitare di immettersi in aree che presentino, o possono presentare, condizioni anomale o di pericolo; evitare di avvicinarsi ai corsi d’acqua, alle piste ciclabili prossime ai corsi d’acqua, a zone depresse (conche e sottopassi), alle rampe ed ai versanti che possono subire smottamenti. Si ricorda inoltre di comunicare tempestivamente al numero unico 112 eventuali situazioni di emergenza”. In tal senso, ogni singolo cittadino e la collettività nel suo insieme sono chiamati a svolgere il fondamentale ruolo di “sesto uomo” della Protezione civile, che potrà così compiere un importantissimo salto di qualità.
Sul tema della comunicazione dei “rischi residui” s’inserisce l’iniziativa che negli ultimi anni scolastici ha visto la distribuzione a oltre quattromila studenti delle scuole secondarie di primo grado della pubblicazione “Alluvioni a catinelle: meglio anticipare!” che invita non solo gli studenti, ma anche i loro familiari, a interrogarsi sui comportamenti da assumere in caso di allerte o di emergenze alluvionali. Anche quest’ultima iniziativa ha visto la fondamentale partecipazione dei Vigili del fuoco volontari, che costituiscono ancora oggi un’importante attrattiva per tutte le ragazze e i ragazzi che vogliono mettersi in gioco a favore della loro comunità, dedicandosi a un’attività di volontariato certamente impegnativa, ma al tempo stesso coinvolgente e gratificante.