Mercoledì, 30 Novembre 2022 - 14:59 Comunicato 3740

La Fondazione Franco Demarchi al Festival della famiglia
Presentazione degli esiti di “Riemergere II”: l’indagine che dà voce a bambini/e, giovani e adulti/e in tempi di Covid-19

In occasione del Festival della famiglia sono stati presentati i principali esiti dell’indagine “Riemergere II”, promossa dall’Agenzia per la Coesione Sociale della Provincia Autonoma di Trento con la direzione scientifica della Fondazione Franco Demarchi. A due anni di distanza dalla prima ondata pandemica, la seconda indagine messa in campo sul territorio provinciale ha esplorato le conseguenze dell’emergenza sanitaria Covid-19 in termini di impatto su benessere, socialità e quotidianità della popolazione trentina.
“Un’analisi importante – ha sottolineato in apertura l’assessore provinciale alla salute, politiche sociali, disabilità e famiglia Stefania Segnana – che ha richiesto la collaborazione delle famiglie e della comunità trentina. Abbiamo visto che il numero di rispondenti è stato inferiore rispetto alla prima indagine svolta. Questo lo possiamo leggere come elemento positivo, che fa capire come la situazione pandemica si sia in parte normalizzata. Dovremmo invece lavorare sulle azioni da mettere in campo rispetto ai servizi territoriali, poco percepiti e conosciuti dalla comunità.”
Nella mattinata sono stati forniti spunti di riflessione su strategie integrate a medio e lungo termine e su interventi universali ed equi di protezione, promozione e sostegno allo sviluppo e al benessere delle famiglie trentine.
Festival della famiglia 2022: presso la Fondazione Franco Demarchi la presentazione degli esiti dell’indagine “Riemergere II” (Elisa Bartolamedi, Stefania Segnana, Federico Samaden) [ Chiara Sartori - FFD]

In apertura il presidente della Fondazione Franco Demarchi Federico Samaden ha sottolineato come lo studio di Riemergere metta in luce dati importanti: “Oltre a questo, guardando avanti, come Fondazione Demarchi stiamo elaborando un percorso che vuole fornire alla Provincia e ai territori l’indice di capacità educante, composto da 12 indicatori e da strumenti utilizzabili. Il Trentino potrà così arrivare ad essere la prima regione italiana a testare la capacità educante dei suoi territori. Un anno di lavoro che si sta definendo anche con altri soggetti provinciali.”
In merito agli esiti di “Riemergere II” sono intervenuti Alba Civilleri, ricercatrice di Fondazione Franco Demarchi e Lorenzo De Preto, collaboratore di ricerca di Fondazione Franco Demarchi, che hanno presentato gli esiti dell’indagine rivolta a bambini/e (5-8 anni), ragazzi/e (9-19 anni) e adulti/e (>20 anni) residenti in provincia, finalizzata a raccogliere percezioni, comportamenti, bisogni della popolazione nel periodo critico della “seconda ondata” di emergenza sanitaria legata al Covid-19. Hanno sottolineato come l’analisi delle risposte si sia dimostrata un’occasione importante di ascolto, rivelandosi uno strumento fondamentale per l’emersione di urgenze, necessità e preoccupazioni di cittadini e cittadine, così come dei principali effetti dell’emergenza sanitaria sulle loro vite quotidiane. Rispetto alle risposte dei 415 bambini/e, si conferma l’importante il ruolo di supporto di nonni ed altri parenti nella gestione del tempo libero di bambini/e. Si evidenzia la “sana alleanza” tra bambini/e e adulti e l’importanza delle figure di riferimento anche al di fuori del contesto domestico o scolastico. Chi ha maggiori risorse in termini di supporto sociale e di capitale psicologico riporta i livelli di benessere più elevati. Rispetto al 2020 si registra una certa normalizzazione delle abitudini alimentari, del sonno o di movimento, anche se persistono percentuali non trascurabili, che potrebbero evidenziare un malessere più o meno dichiarato. Invece rispetto ai 1.229 giovani che hanno risposto al questionario, tra le principali mancanze vi è lo stare insieme agli altri: socialità e apertura all’altro si confermano come i principali bisogni.
Per quanto concerne i /le giovani, Civilleri spiega come sia nella fascia 9-14 anni che in quella 15-19 anni i maschi riportino livelli più alti di benessere psicologico: il capitale psicologico ed il coinvolgimento nelle attività di studio sono importanti fattori protettivi del benessere, mentre l’isolamento sociale ha un impatto negativo sul benessere. Le ragazze tra i 15 e i 19 anni sono più preoccupate rispetto ai ragazzi per gli effetti che l’emergenza Covid-19. Il 24% dei/lle giovani rispondenti usufruisce di servizi del territorio e, tra i servizi maggiormente frequentati, ci sono i centri di aggregazione giovanile. De Preto sottolinea come i giovani, rispetto alla prima ondata pandemica, si sentono meno soli/e, ma lontani/e lontane dalla comunità. I principali bisogni che non trovano risposta nei servizi erogati riguardano il bisogni di ascolto e supporto, di socialità e confronto con i pari, ma anche le opportunità legate al mondo del lavoro, allo sport, alla cultura. I/le giovani lamentano di non conoscere sufficientemente i servizi offerti dal territorio, mentre rispetto al coinvolgimento nel volontariato, la seconda indagine ha visto un aumento dei giovani attivi e coinvolti.
Rispetto agli adulti, De Preto riferisce che complessivamente sono stati 5.376 i rispondenti all’indagine. La maggior parte, soprattutto tra le donne, si sente sovraccaricato dal lavoro e dalle attività di cura verso figli e familiari anziani. Poco più di un quarto si occupa di un familiare anziano. Un adulto su tre, invece, riceve supporto da un familiare anziano per l’organizzazione familiare: gli anziani non sono dunque da considerarsi principalmente come destinatari di cura bensì essi costituiscono un’importante risorsa per la famiglia stessa e per la sua gestione.
A due anni dalla prima ondata pandemica Covid-19, quasi un terzo del campione riferisce una condizione di malessere. Tale percezione è più diffusa tra le donne e tra gli adulti nella classe di età 50-59 anni. A incidere sono soprattutto il sovraccarico di lavoro e le attività di cura: più elevato è il livello della percezione di tali sovraccarichi, più elevato è lo stato di malessere. Altri fattori che influiscono significativamente sul benessere/malessere della popolazione adulta sono la percezione di isolamento sociale e la presenza di una rete sociale di sostegno. I dati emersi suggeriscono strategie di supporto alla conciliazione lavoro/famiglia, di protezione dai rischi di isolamento sociale e di rafforzamento delle relazioni sociali di sostegno quali interventi di promozione del benessere della popolazione adulta trentina.
Relativamente ai servizi territoriali, è stata indagata la loro conoscenza da parte degli adulti, la loro fruizione ed il relativo livello di soddisfazione: poco più di un quarto del campione della popolazione adulta trentina utilizza i servizi territoriali offerti, dichiarandosi mediamente soddisfatto. La maggior parte degli adulti riferisce di non appoggiarsi ai servizi territoriali per soddisfare i propri bisogni, cercando in altre risorse il supporto necessario. Il motivo è riconducibile al mancato interesse verso i servizi offerti, incompatibili con i propri bisogni. Coloro che hanno utilizzato/utilizzano i servizi si dichiarano mediamente soddisfatti.
In merito agli esiti e alle prospettive di interventi e azioni a favore del benessere di bambini/e e ai ragazzi/e è intervenuta Natalina Mosna, del Comitato provinciale Unicef (Trento), che ha riportato come per i più piccoli sia emersa la necessità di giocare insieme nei luoghi della vita dei bambini (casa, scuola parco, spazi all’aria aperta) con le persone del quotidiano (amici, maestri e genitori), l’importanza di pensare positivo e fare cose belle, del valore degli abbracci e della vicinanza. I ragazzi e le ragazzi esprimo più o meno le stesse richieste, esprimendo la necessità di avere più servizi culturali, spazi ricreativi e di incontro e spazi di aiuto. Rispetto a questo Mosna suggerisce di lavorare sul tema della partecipazione, sul diritto di chiedere aiuto, sul supporto psicologico a scuola, sugli spazi per stare assieme a fare sport: “Si potrebbe costruire una guida sui servizi - biblioteche, musei, luoghi culturali accoglienti e più accessibili in termini di collegamento - con gli stessi giovani e ragazzi.”
Gianluigi Carta, psicologo, psicoterapeuta e vice presidente dell’Ordine degli Psicologi di Trento, è intervenuto sul bisogno di relazione, emerso fortemente dall’indagine da parte dei ragazzi/e e dei/lle giovani. Le ricerche dimostrano come il bisogno sociale sia sempre di più espresso e come abbia un reale impatto sulla salute psico-fisica delle persone: “Rispetto alle differenze di genere, dove le donne e le giovani sembrano più in sofferenza del genere maschili, sarebbe auspicabile indirizzare gli aiuti verso le fasce più giovani e alle mamme che accudiscono. Orientare gli aiuti in questo senso risulta più efficace, come risulta importante potenziare i servizi che si occupano di queste fasce d’età.”
Luciano Malfer, dirigente generale dell’Agenzia per la coesione sociale, ha chiuso l’incontro esplicitando come dall’indagine ora sia necessario agire: “Siamo pronti a mettere in campo azioni e servizi dal basso con e sui singoli territori. In sinergia con Fondazione Franco Demarchi, secondo una logica di ricerca-azione, il prossimo anno utilizzeremo gli indicatori per misurare l’indice delle comunità educanti.”

(ld)


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