Venerdì, 23 Maggio 2025 - 16:18 Comunicato 1321

Potere, dati e futuro tecnologico al centro del dibattito

Non solo attori economici, ma detentori di un potere reale e pervasivo, capace di influenzare mercati, opinioni e governi. Ecco le grandi piattaforme tecnologiche controllate da (pochi) giganti del digitale, al centro del panel “Le big tech dopo l’ascesa di Musk”, ospitato oggi nella Sala Filarmonica nell’ambito del XX Festival dell’Economia di Trento. Sotto la lente, il nuovo equilibrio globale tra tecnologia, democrazia, istruzione e sovranità dei dati. Ad aprire l’incontro Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, in dialogo con il giornalista de Il Sole 24 Ore Luca De Biase. A seguire, la tavola rotonda ha visto protagonisti Paolo Boccardelli, rettore dell’Università Luiss Guido Carli, Michele Boldrin, economista della Washington University in Saint Louis, e Alberto Sangiovanni Vincentelli, professore emerito di UC Berkeley.
Le big tech dopo l’ascesa di Musk Nella foto: Luca De Biase, Gian Maria Gros-Pietro, Alberto Sangiovanni Vincentelli, Paolo Boccardelli, Michele Boldrin [ Nicola Eccher - Archivio Ufficio Stampa PAT]

A sottolineare come oggi il vero potere risieda nei dati e nell’informazione è stato Gros-Pietro: “Chi gestisce ciò che sappiamo e ciò che desideriamo ha un’influenza diretta sulla nostra vita quotidiana e sulle scelte politiche”. Le grandi aziende del cloud, come Amazon, Microsoft e Google, non sono più semplici fornitori tecnologici, ma infrastrutture fondamentali a cui anche le banche devono rivolgersi, con il rischio di una pericolosa dipendenza.
Intanto, l’Europa è chiamata a compiere scelte decisive per il proprio futuro, di fronte a Stati Uniti e Cina: nel primo caso si sceglie la privatizzazione delle funzioni pubbliche, dall’altro la statalizzazione dell’innovazione.
È stato Vincentelli ad offrire una visione critica della situazione negli Stati Uniti, denunciando un clima crescente di incertezza e controllo nella ricerca universitaria: “La leadership tecnologica USA è oggi a rischio se si continuano ad allontanare i talenti stranieri”. Per l’Europa ha invocato una rinascita: “È il momento per l’Ue di tornare ad essere un centro di democrazia e innovazione. A desso, o mai più”. Boccardelli ha posto l’accento sull’equilibrio tra regolamentazione, sicurezza e innovazione: “Servono regole chiare, ma anche ecosistemi attrattivi per i talenti e investimenti pubblici in ricerca e sviluppo”. Ha auspicato un cambio di passo per il sistema educativo europeo, troppo spesso incapace di trattenere i propri migliori talenti. Boldrin ha quindi puntato il dito contro il ritardo tecnologico dell’Europa, evidenziando la mancanza di concorrenza e di meritocrazia nella ricerca: “Senza competizione e retribuzione adeguata, la buona ricerca non si fa. Chi fa ricerca è cittadino del mondo e l’Europa sta perdendo questa sfida”.

(a.bg)


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