Mercoledì, 20 Agosto 2025 - 14:37 Comunicato 2259

Oggi in val di Non l’ultimo incontro estivo organizzato da FEM per gli agricoltori
Porte aperte al frutteto sperimentale, oltre 100 frutticoltori a Denno

Nonostante il maltempo oltre un centinaio di agricoltori ha preso parte oggi a Denno, nei campi della Fondazione Mach in località Pinè, alle porte aperte al frutteto sperimentale. L' atteso incontro tecnico conclude il ciclo di appuntamenti estivi organizzati dalla Fondazione Edmund Mach per aggiornare il mondo agricolo sui principali risultati ottenuti dalle attività di sperimentazione.
Diversi gli argomenti trattati durante l’appuntamento, introdotto da Maurizio Bottura, dirigente del Centro Trasferimento Tecnologico: dalla flora infestante alla gestione agronomica delle varietà Club e Renetta Canada, dall'architettura degli impianti ai portinnesti per arrivare alle tecniche di distribuzione innovative. Gli agricoltori sono stati divisi in gruppi per seguire i focus tematici, guidati dai tecnici della Fondazione.
Porte aperte al frutteto sperimentale, oltre 100 frutticoltori a Denno [ Archivio FEM]

Gestione della flora infestante
Sono stati presentati i risultati di una sperimentazione focalizzata sulla gestione della flora infestante in un nuovo impianto di melo. L’obiettivo della prova era testare un’alternativa al diserbo chimico, attraverso l’utilizzo di un telo pacciamante biodegradabile derivato dall'amido di cereali e da oli vegetali. Le valutazioni agronomiche hanno riguardato la produttività, la qualità della produzione e vari aspetti legati all’assorbimento dei nutrienti. Dai dati raccolti emerge che, nei giovani frutteti, l’impiego del telo biodegradabile rappresenta una valida alternativa al diserbo chimico, garantendo livelli produttivi e qualitativi comparabili o in alcuni casi solo leggermente inferiori a quelli ottenuti con i metodi convenzionali. È stato inoltre osservato come una gestione non adeguata delle malerbe può determinare una forte competizione con la coltura, con conseguente riduzione significativa della crescita delle piante in questo areale di coltivazione costituito da terreno vergine con scheletro frequente. Questo stress ha determinato, al terzo anno, lo sviluppo di una forte alternanza produttiva nelle parcelle non trattate, mentre sia il diserbo standard sia l'uso del telo hanno consentito di mantenere costante la produzione nei vari anni di sperimentazione.

Gestione agronomica delle varietà Club e Renetta Canada
Sono stati illustrate alcune sperimentazioni condotte nei masi sperimentali FEM e in particolare nell'azienda di Denno, che mirano a studiare gli effetti positivi e negativi che le molecole diradanti e altri fitoregolatori hanno sulla qualità produttiva delle nuove varietà Club in osservazione quali Gradisca e Kizuri. Sono stati inoltre riportati i dati delle osservazioni raccolte finora nella fase di pre e post-raccolta, un aspetto cruciale per il successo dei nuovi progetti varietali. Infine, sono stati presentati i primi risultati dell'indagine agronomica per il miglioramento della qualità della Renetta Canada bianca.

Architettura impianti
Sono stati mostrati agli agricoltori un aggiornamento sullo stato dell’arte della sperimentazione sulle forme di allevamento, in particolare la forma di allevamento denominato ’’guyot’’ che consente di ottenere tipologie di impianto anche molto diverse fra loro ed in grado di rispondere ad esigenze tecniche specifiche.
Le tecniche di allevamento si possono considerare abbastanza consolidate, analogamente anche le valutazioni produttive appaiono soddisfacenti e sono destinate ad irrobustirsi con il prolungamento delle serie storiche di dati.
In questo momento il focus sperimentale è basato sulla parametrizzazione della pianta al fine di fornire indicazioni gestionali semplici ed applicabili.
La caratteristica peculiare del sistema ruota attorno alla sostituzione degli assi verticali: determinarne numerosità, lunghezza e corretto ritmo di rinnovo consente di ottimizzare e razionalizzare operazioni colturali molto importanti come la potatura ed il diradamento dei frutti.
Portinnesti
Sono state illustrate le prove attualmente in corso nell’ambito delle sperimentazioni sui portinnesti tradizionali e appartenenti alla linea Geneva®; l’obiettivo era quello di valutarne il comportamento in funzione delle combinazioni varietali e delle diverse condizioni pedoclimatiche. In particolare è stato mostrato come alcuni portinnesti possano offrire vantaggi significativi, soprattutto in termini di qualità e produttività, nei primi anni di coltivazione. Le osservazioni su Fengapi Tessa® hanno evidenziato una buona compatibilità con alcuni dei portinnesti della serie Geneva®, con risultati promettenti in termini di equilibrio vegeto‑produttivo. In questo contesto, le forme di allevamento rappresentano un elemento chiave per gestire correttamente il vigore e ottimizzare la gestione agronomica della pianta. Si segnala inoltre che il monitoraggio condotto in diversi areali frutticoli e nelle aziende sperimentali FEM ha permesso di documentare alcuni casi di Graft Union Syndrome su G213. Questo fenomeno, che si manifesta con un deperimento improvviso della pianta nei primi anni dopo l’impianto, sembra essere influenzato dalla genetica del portinnesto e da variabili quali la varietà innestata e le tecniche di propagazione.

Tecniche di distribuzione innovative
L’impiego dei droni in agricoltura è recentemente diventato un argomento di intensa discussione. Pur non essendo ancora possibile utilizzare questa tecnologia per la distribuzione dei prodotti fitosanitari, trattandosi di un mezzo aereo a tutti gli effetti e quindi non autorizzato ai sensi della normativa UE, la loro prospettiva d’impiego consentirebbe notevoli vantaggi soprattutto nella difesa fitosanitaria delle coltivazioni in aree montane impervie, ma non solo. Le prime prove sperimentali svolte a Denno con questo sistema di distribuzione hanno mirato alla valutazione delle potenzialità sotto il profilo della mitigazione della deriva e della creazione dei depositi sulla vegetazione rispetto alle più comuni irroratrici da frutteto.
Un sistema alternativo inoltre è attualmente rappresentato dagli impianti di distribuzione a punto fisso, sperimentati da alcuni anni con successo sulle principali malattie del melo, in grado di contenere l’effetto deriva nei primi metri di distanza dal frutteto trattato e riducendo fortemente la produzione di goccioline molto fini facilmente trasportabili dal vento, come emerso dai confronti svolti a Denno.
(sc)

Fotoservizio e filmato a cura di Ufficio stampa FEM
Intervista

Maurizio Bottura

(sc)


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