La prassi fornisce linee guida per la gestione uniforme a regole comuni per le modalità di affido e di concessione ai privati delle malghe e dei pascoli pubblici, dal canone alla durata del contratto, ai requisiti di partecipazione all’asta pubblica fino agli strumenti di controllo. Inoltre, il documento riassume gli aspetti legati alla gestione degli animali al pascolo, alle misure di contenimento della flora infestante, alle norme per la concimazione e alle attività di manutenzione ordinaria e di miglioria.
Tutto questo al fine di garantirne non solo la corretta gestione, ma anche la biodiversità, nonché la salvaguardia degli ecosistemi, dell'ambiente, del paesaggio e delle tradizioni storico-culturali, per non dimenticare la funzione di regimazione delle acque e di contrasto al dissesto idrogeologico.
La predisposizione della prassi di riferimento è stata preceduta da tavoli di lavoro composti da esperti dell’amministrazione della Provincia autonoma di Trento e da esperti esterni. Tra gli obiettivi del documento l’esigenza che esso risponda a criteri di proporzionalità, coordinamento e programmazione, collaborazione, razionalizzazione e progressiva informatizzazione. Il tutto per ridurre duplicazioni e sovrapposizioni e eliminare attività di controllo non necessarie per la tutela degli interessi pubblici.
Questo documento segue le linee d'indirizzo per l’utilizzo dei pascoli montani, l’istituzione dello schedario provinciale dei pascoli e il disciplinare tecnico-economico per l’affitto delle malghe di proprietà pubblica approvati dalla Giunta Provinciale nel 2015.
Anche il presidente UNI Piero Torretta conferma la soddisfazione dell’Ente per la pubblicazione di questo documento: “I pascoli e le malghe sono una ricchezza delle nostre regioni italiane dell’arco alpino, un patrimonio che va valorizzato e preservato – non solo perché rappresentano ormai una meta turistica di alto valore - ma perché la loro corretta gestione è la migliore garanzia per il mantenimento del paesaggio di alta montagna”.
“Questa prassi di riferimento - ribadisce Torretta - rappresenta un utile e prezioso strumento di lavoro per tutti gli operatori del settore. La logica delle prassi - è proprio questa: sviluppare e mettere a disposizione del mercato, in tempi rapidi, documenti che supportano il trasferimento della conoscenza e dell’innovazione in un determinato settore e che preparano il terreno per future attività di normazione tecnica nazionale o internazionale”.
Le prassi di riferimento: cosa sono
Le prassi di riferimento sono documenti che introducono prescrizioni tecniche o modelli applicativi settoriali di norme tecniche, elaborati sulla base di un rapido processo di condivisione ristretta ai soli autori, e costituiscono una tipologia di documento para-normativo nazionale che va nella direzione di trasferimento dell’innovazione e di preparazione dei contesti di sviluppo per le future attività di normazione, fornendo una risposta tempestiva ai mercati in cambiamento.
Le prassi di riferimento possono essere liberamente scaricabili dal catalogo UNI: www.uni.com