Mercoledì, 15 Aprile 2015 - 02:00 Comunicato 850

Ieri a Dro l'incontro organizzato dall'associazione Andromeda a cui ha partecipato il presidente della Provincia
PLURILINGUISMO: UNA CHIAVE PER IL FUTURO

In Trentino sono in corso da anni esperienze e sperimentazioni con il trilinguismo, che riguardano sia scuole pubbliche che istituzioni paritarie. In questo senso il Piano messo a punto dalla Provincia, che andrà a regime nel 2020 ma che sta già cominciando a muovere i primi passi - e per il quale sono stati stanziati complessivamente 38 milioni euro - non parte da zero, ma fa tesoro sia degli studi teorici già prodotti sia soprattutto del lavoro concreto portato avanti da alcune realtà "pilota". L'importante è crederci, nella consapevolezza che per le nuove generazioni padroneggiare almeno tre lingue - italiano, inglese tedesco - sarà di fondamentale importanza sia per esercitare una cittadinanza piena e consapevole, in Trentino e nel mondo globalizzato, sia anche per ampliare i propri orizzonti professionali e lavorativi. Contribuendo allo sviluppo della propria terra. Queste in brevissima sintesi alcune delle evidenze emerse ieri sera a Dro nel corso dell'incontro "Trilinguismo, una chiave per il futuro", organizzato dall'associazione Andromeda, che da anni si occupa di questi temi. Sul tavolo dei relatori, anche alcune dirigenti scolastiche che hanno illustrato l'esperienza dei loro istituti. Ospite della serata il presidente della Provincia autonoma di Trento, anche nelle sue vesti di assessore all'istruzione, per il quale "questa è una sfida che ci giochiamo all'interno di una scuola comunque di grande qualità. Il Piano mette a disposizione degli strumenti, anche finanziari. Ma l'importante è guardare al futuro e avere fiducia. In altri paesi ormai sapere più lingue è una cosa normale; solo in Europa, e soprattutto in Italia, ci sono ancora resistenze su questa questione. Certo, sappiamo ci sono anche le criticità: ad esempio, i bisogni educativi speciali. Ma chi l'ha detto che questi bambini e questi studenti non hanno diritto a raggiungere gli obiettivi di tutti gli altri? Oltretutto gli studi dicono che è così, che anche loro possono trarre dall'apprendimento delle lingue grandi benefici".-

La serata, moderata da Alessandra Albarelli, si è aperta con il saluto della presidente di Andromeda Ginetta Santoni. A seguire, Valentina Zanolla, dirigente dell'Istituto comprensivo Riva 2, ha illustrato il percorso fatto dalla scuola di Varone con il Clil, il metodo di insegnamento che anche la Provincia ha inteso adottare, e che si basa sull'insegnamento di una o più materie curricolari in lingua straniera. L'esperienza ha coinvolto sia docenti di madrelingua sia docenti italiani ed il metodo è stato testato su più discipline. I risultati sono stati confermati anche con anche attraverso l'accesso degli alunni e studenti a certificazioni riconosciute internazionalmente come la Cambridge movers. Per quanto riguarda l'apprendimento delle altre materie, i test Invalsi hanno restituito un quadro positivo, anzi, con medie superiori a quelle del resto del Trentino. Un'esperienza assolutamente positiva, quindi, che altre scuole hanno iniziato a fare, che trova conferma nelle recenti decisioni della Provincia .
Loredana Bettonte dell'Istituto universitario per interpreti e traduttori di Trento, ha spostato l'accento sul panorama degli studi realizzati sul tema dell'apprendimento delle lingue. Studi che sono concordi nell'affermare che prima si acquisisce una lingua e meglio è. E che crescere plurilingui favorisce lo sviluppo di aree del cervello autonome. Ma per realizzare qualsiasi progetto ci vuole una squadra. I genitori devono essere coinvolti, e assieme a loro i dirigenti scolastici e i docenti. Inoltre, vanno adottate metologie diverse a seconda delle esigenze e delle classi di età, perché la sfida del trilinguismo non può riguardare solo le nuove generazioni, deve comprendere anche i 30-40enni e gli "over".
A seguire ancora Daria Santoni, coordinatrice pedagogica della cooperativa Bellesini, uno dei soggetti che hanno fatto da apripista in Trentino aprendo un asilo nido plurilingue. Anche qui, di nuovo, una testimonianza positiva, sia per quanto riguarda la risposta dei bambini sia sul versante delle famiglie. Infine Laura De Donno, dirigente scolastica dell'Istituto comprensivo di Dro, un'altra realtà che ha già tracciato in maniera molto netta un percorso verso il trilinguismo, un percorso che deve comportare necessariamente la formazione degli insegnanti e che deve essere pronto a sopportare se necessario modifiche di tracciato. Ma che ha ben chiara la meta da raggiungere.
"Qual è l'obiettivo? - ha spiegato il presidente della Provincia tirando le somme del confronto - . Favorire la crescita di cittadini consapevoli. Quanti cambiamenti sociali ci sono stati in Trentino, quante persone vengono qui oggi per vivere e lavorare? E quanto è importante per noi poter accogliere bene i turisti stranieri, o esportare le nostre produzioni nel mondo? Ed ancora: che cittadinanza consapevole può esercitare una persona che non è in grado di documentarsi nella rete perché non riesce a leggere dei testi in un'altra lingua? Noi abbiamo fatto questo Piano perché una società consapevole non lascia questi interrogativi, e le scelte che ne conseguono, ai soli individui. Le lingue come fattore di sviluppo di una società, una comunità, un territorio. Ma siccome ci sono le criticità abbiamo anche previsto dei controlli lungo il cammino. Abbiamo firmato un Protocollo con il Ministero, che ha riconosciuto il nostro ruolo di apripista nel paese. Sempre attraverso il Ministero abbiamo coinvolto il Consiglio d'Europa e l'Ocse. Cosa chiediamo? Chiediamo di avere l'ambizione di guardare un po' più lontano".
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