Mercoledì, 17 Aprile 2013 - 02:00 Comunicato 1035

A Tesero, ieri sera, un incontro dibattito per individuare i possibili indirizzi per una progettazione che tenga conto del delicato rapporto paesaggio, ambiente e territorio
PIANIFICAZIONE TERRITORIALE: "IL PIANO DI COMUNITA' E' IL LUOGO DELL'INSIEME"

Continua il dibattito sul territorio trentino per accompagnare e agevolare la costruzione di quei piani territoriali che sono base fondante per lo sviluppo, a tutti i livelli, delle Comunità locali. Questo strumento di pianificazione serve a definire le strategie per uno sviluppo sostenibile che ha, fra gli altri obiettivi, quello di conseguire un elevato livello di competitività, di riequilibrio, di coesione sociale e di valorizzazione delle identità locali. L'assessore all'urbanistica, enti locali, personale e lavori pubblici Mauro Gilmozzi, lo ha messo in rilievo nel suo intervento di chiusura del dibattito e ha sottolineato come ci sia bisogno "di una base pratica, viviamo un tempo in cui le decisioni vanno prese perché dobbiamo pensare al futuro dei nostri figli. E' necessario decidere che cosa abbiamo intenzione di fare, come vogliamo costruire i nostri percorsi, dobbiamo costruire quella qualità della vita che è un diritto per chi viene dopo di noi. Questi sono i ragionamenti per fare un piano di Comunità. Ed è questo che la politica deve saper dare: ragionamenti, opportunità di condivisione ma poi scelte, scelte e, ancora, scelte. Il piano territoriale deve essere un punto di connessione di due insiemi (quello pratico e quello strategico), purché ciò che risulta non sia un insieme vuoto, bisogna avere la capacità di scegliere. Il piano di Comunità non deve essere fatto per dire altri no, ma per dire come si devono fare le cose. Non scambiamo il piano di comunità per un piano regolatore, quest'ultimo non c'entra niente. Le strategie vanno fatte dentro il piano di comunità che è il luogo dell'insieme". All'incontro organizzato dalla Provincia autonoma, da step, scuola per il governo del territorio e del paesaggio e dalla Comunità territoriale della Val di Fiemme, ha partecipato il presidente della Comunità Raffaele Zancanella, Sergio Remi di Trentino Sviluppo Spa, Ugo Morelli, presidente del Comitato Scientifico di step, Giorgio Tecilla, Incarico speciale di supporto alle attività di studio e di ricerca in materia di paesaggio. Sala gremita e attenta con un dibattito che non ha nascosto dubbi ma, altrettanto, ha evidenziato le potenziale di un territorio che ama le sfide e che, con la partecipazione di tutti, riesce a vincerle (per es. i Mondiali da poco conclusi)-

Il processo di pianificazione si propone di guardare nel lungo periodo al progetto di valorizzazione più idoneo per il futuro, integrando le politiche urbanistiche e paesaggistiche con gli obiettivi di sviluppo socio-economico. Lo hanno ribadito a più voci i relatori dell'incontro che si è svolto al Teatro comunale di Tesero. L'assessore Gilmozzi ha esortato a considerare il piano di Comunità come lo strumento per governare le scelte del territorio. I tre temi trattati durante l'incontro hanno voluto porre l'accento sulla realtà della Valle ("Attrattività e sviluppo del territorio" - Sergio Remi), sulla "Partecipazione attiva e responsabilità nei processi di pianificazione" (Ugo Morelli), e sul "Il paesaggio nella pianificazione territoriale integrata" (Giorgio Tecilla), mettendo in luce rispettivamente: la condizione socio-economico del territorio della Val di Fiemme, l'importanza fondamentale della "partecipazione attiva e della responsabilità individuale rispetto alla capacità di divenire padroni del proprio destino (delle Comunità)" e la necessità di "attribuire al paesaggio una valenza culturale, sociale e di risorsa economica. Il Paesaggio come elemento fondamentale per la qualità della vita delle popolazioni".
Alcuni punti, sottolineati durante l'incontro, hanno fatto riflettere sindaci (fra gli altri, F. Zanon-Tesero, B. Defrancesco-Panchià, S. Pedot-Capriana) assessori di Comunità e di giunte comunali e liberi professionisti presenti in sala. Sergio Remi-Trentino Sviluppo, ha illustrato la fotografia della valle emersa dopo un lungo lavoro di analisi con interviste realizzate, in collaborazione con Paola Piazzi, a soggetti imprenditoriali, sociali, e culturali. Parlando dei flussi turistici, delle merci, di finanza, di competenza e di altre tipologie, Remi ha sottolineato l'importanza di saperli gestire perché è questa capacità gestionale che determina la realtà dei luoghi "un luogo è sempre legato alla gestione di questi flussi e credo che il piano territoriale debba governare le strategie e imparare a gestire questi flussi. Credo che l'istituzione della Comunità di Valle sia un'ottima occasione per rimettere mano allo sviluppo della Valle, un'opportunità di rilancio della crescita".
Ugo Morelli insistendo sull'importanza della partecipazione attiva e dell'assunzione di responsabilità ha sottolineato come sia fondamentale che "ogni persona e ogni istituzione o azienda faccia suo il problema e le opportunità per risolverlo. Non sono tempi facili, questi, perché caratterizzati da troppo individualismo e campanilismo. Le Comunità di valle sono un esercizio di democrazia: la democrazia dei moderni, diversamente di quella degli Ateniesi, dice che cittadini si diventa, non si nasce. Non diventando dei bravi compilatori di richieste ma assumendosi una responsabilità diversa rispetto a quella a cui abbiamo delegato i nostri amministratori. Sapendo che proporre, nei processi partecipativi, non vuol dire ottenere. Questo agorà - ha detto Morelli - questo luogo del confronto non è facile da realizzare. Goethe, scriveva che 'ciò che hai ereditato dai padri riconquistalo, se vuoi ottenerlo davvero'. Questo processo di conquista prevede un atteggiamento attivo e di responsabilità attiva. Queste comunità stanno creando le condizioni per pensare al meglio le capacità dei figli e le loro opportunità. Il futuro è fatto di questo e allora, guardando alle Comunità vedo che per arrivare a questo risultato abbiamo bisogno di alcune condizioni: c'è una risorsa non molto distribuita, la fiducia (base di un progetto di patto), ci sono due nemici, l'individualismo e il campanilismo. Questo è un passaggio indispensabile per la qualità delle scelte di piano".
Giorgio Tecilla ha evidenziato, anche con il supporto di alcune immagini, come sia cambiato il paesaggio della valle nel corso del tempo ponendo l'attenzione anche su quei "margini" del paesaggio che sono, qualche volta, lasciati al degrado. "I limiti di espansione devono avere il carattere stabile" per evitare che ci sia un eccessivo consumo di territorio, elemento dirompente rispetto ad una continuità paesaggistica che valorizza e distingue le identità del territorio stesso. "Il paesaggio - ha detto - è un elemento strutturale e quindi nel piano di Comunità le strategie sul paesaggio devono essere coerenti con gli assetti del territorio. Il Pup, la carta del paesaggio (il mondo con cui si interpreta il piano del paesaggio) aiutano a definire le strategie. Il piano di comunità deve definire sotto il profilo urbanistico e paesaggistico le strategie di sviluppo sostenibile del territorio. Le strategie sono una cosa seria, non possiamo giocare al ribasso. E' importante cercare gli agganci con la lettura del quadro socio-economico del territorio delineando le prospettive. Emerge la necessità di lavorare su quegli aspetti che fanno del territorio un valore da promuovere". Parlando di prospettive sugli interventi del futuro Tecilla ha sottolineato come "la libertà di intervenire deve avere come contro-altare quello della responsabilità di tutti" (fs)
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