Domenica, 26 Maggio 2024 - 11:36 Comunicato 1377

Nuove regole fiscali per la governance europea, “rivoluzione copernicana”

Per poter valutare la nuova governance fiscale europea bisogna fare un passo indietro e guardare al mondo prima della pandemia. Un scenario fondato su un patto di stabilità e di crescita vincolante, con regole centralizzate molto rigide che alcuni Paesi non rispettavano. Con la pandemia questi vincoli sono stati sospesi; una sospensione durata poi quasi quattro anni. Si decise quindi di arrivare a nuove regole, che hanno alcune fragilità. L’aspetto cruciale che ha fatto fare, però, un significativo passo in avanti è che le nuove regole hanno un orizzonte temporale di aggiustamento di bilancio che non è immediato ma pluriennale, di quattro anni estensibile a sette. I singoli Paesi hanno così la possibilità di decidere autonomamente una strategia gestionale. È un grande vantaggio per gli Stati, poiché le regole sono compatibili con uno sviluppo sostenibile.
Così Marcello Messori dell’Istituto Universitario Europeo, intervenuto al Palazzo della Regione al panel “Nuove regole fiscali per la governance europea”, moderato da Nicola Saldutti, caporedattore economia del Corriere della Sera.
Festival dell'Economia Nuove regole fiscali per la governance europea [ Daniele Paternoster - Archivio Ufficio Stampa PAT]

L’accordo trovato sulle nuove regole è adeguato secondo Carlo Cottarelli, direttore del Programma di Educazione per le Scienze Economiche e Sociali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. L’intesa inizialmente prevedeva un piano di rientro di debito pubblico con un calo dopo sette anni. Il rischio, in assenza di particolari vincoli e in presenza invece di sola negoziazione, era che la Commissione fosse forte con i deboli e debole con i forti. Sono stati quindi introdotti paletti, come il calo annuo di un punto percentuale del debito pubblico. In sostanza, è stato raggiunto un compromesso. Questa velocità di riduzione del debito rappresenta “il minimo sindacale” e appare accettabile. Certamente non una cura draconiana anche se, ha detto Cottarelli, alcuni affermano che le regole sono troppo severe.
Secondo Lilia Cavallari, presidente dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, le nuove regole prestano attenzione a un aggiustamento graduale di bilancio nel medio termine, con un piano ritagliato sulle esigenze di ogni singolo Paese dando quindi il tempo necessario per ridurre il debito. Questo comporta un cambio di prassi nelle politiche di bilancio. E nella programmazione di medio/lungo periodo è ancora più necessaria la trasparenza; di qui l’importanza dell’azione dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio.
Concorda sull’importanza della programmazione a medio termine introdotta dalle nuove regole anche Marco Buti, professore dell’Istituto Universitario Europeo, che ha parlato di “rivoluzione copernicana”. Altrettanto importante è però forzare la classe politica, dalla maggioranza all’opposizione, affinché vengano esplicitate le preferenze di bilancio sull’orizzonte di legislatura. Serve anche un cambio di passo, ha affermato, nell’interazione fra Commissione e Italia per l’applicazione delle regole. Ma c’è anche un problema, secondo Buti: "Non sono molto convinto, ha detto, che questa logica di programmazione a medio termine sia permeata veramente nel sentire comune della nostra classe politica".

(ac)


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