Sono attive nel campo dell’energia, della moda e del commercio alimentare le tre buone pratiche presentate questo pomeriggio nella cloud di Confcooperative in Piazza Duomo a Trento. Settori di attività molto diversi, ma che hanno evidenziato almeno due fattori comuni: la scelta della forma cooperativa e la capacità di chiamare a raccolta le energie del territorio per risolvere i problemi, senza aspettare una mano esterna. Semplicemente rimboccandosi le maniche ed attivando le migliori risorse.
È il caso della cooperativa di Venezia Italian Fashion Design, nata dalle ceneri di una multinazionale dell’alta moda che aveva scelto di trasferire la produzione altrove. “Come dipendenti licenziati avremmo potuto ricevere gli ammortizzatori sociali – ha raccontato la presidente Raffaella Lorenzato – ma abbiamo deciso di fondare una cooperativa, capitalizzando la nostra esperienza, e ripartire”. Il percorso di workers buyout è stato ed è tutt’oggi complesso, con il Covid prima e la chiusura del mercato russo poi, ma la perseveranza e la capacità di innovare (per esempio entrando nel mercato delle divise aziendali modaiole) non mancano e costituiscono solide basi su cui continuare a crescere con fiducia.
Coraggio e innovazione che caratterizzano anche alla cooperativa di comunità ed insieme comunità energetica rinnovabile GreenLand presentata dal suo presidente Christian Caneppele. Nata per affrontare la scommessa di riportare sul territorio la gestione della risorsa energetica, la cooperativa si è evoluta raccogliendo anche i bisogni sociali della comunità di Lavarone, dove ha sede, ed investendo per dare risposte strutturate. “Essere autonomi territorialmente sull’energia è il domani – ha detto Caneppele –. Non siamo solo una comunità energetica, ma offriamo flessibilità energetica: il nostro scopo mutualistico non ricade soltanto sui soci della cooperativa, ma sull’intera comunità”. Una cooperativa, insomma, che garantisce mutualità interna ed esterna.
A chiudere il trio di esperienze Dalila Bececchi, direttrice della Famiglia Cooperativa di Ronzo Chienis, che ha parlato del valore di mantenere attivi sul territorio tutta una rete di piccoli negozi di montagna che offrono molti servizi alla comunità, oltre alla spesa alimentare. Si tratta dei punti vendita riconosciuti come Sieg, cioè Servizi di interesse economico generale, un unicum in Italia e che in Trentino riguarda circa 120 punti vendita gestiti da Famiglie Cooperative. Tra i quali quello di Pannone, che fa parte della rete commerciale della Famiglia Cooperativa Ronzo Chienis. È fondamentale mantenerli in vita – ha detto la direttrice – anche se non è economico. Non apriamo per guadagnare, ma per non far chiudere la comunità”.