Venerdì, 23 Settembre 2022 - 20:28 Comunicato 2923

Nuoto paralimpico, il cielo in una vasca

Il cielo in una vasca ha il colore di un azzurro intenso, un azzurro che fa della Nazionale italiana di nuoto paralimpico la squadra migliore al mondo. Lo testimoniano le 14 medaglie conquistate a Tokyo 2020, lo hanno raccontato al Festival dello Sport di Trento i nuotatori paralimpici protagonisti di risultati che sono il frutto di un impegno ad altissimo livello non solo in vasca ma nell'organizzare tutta la giornata. Un percorso lungo, segnato da molte difficoltà che hanno però portato a grandissime soddisfazioni. Perché, lo hanno detto loro stessi, senza difficoltà non si hanno opportunità per crescere. Con il coordinatore tecnico della Nazionale italiana di nuoto paralimpico Riccardo Vernole hanno raccontato le loro esperienze e i loro sogni i campioni Giulia Ghiretti, Simone Barlaam e Antonio Fantin mentre un saluto in video è arrivato da Giulia Terzi.

"Lo sport paralimpico è un seme che germogliando rende la società più solidale": con questo concetto del presidente del Comitato italiano paralimpico Luca Pancalli si è aperto l'incontro al Muse presentando l'attività solidale sul territorio attraverso i bandi della Fondazione Caritro per favorire l'inclusione sociale, come ha spiegato la vicepresidente Patrizia Galvagni, attraverso lo sport. I progetti hanno coinvolto l'Associazione italiana persone Down sezione del Trentino con lo sci alpino, l'associazione Intrecciante di Trento con il calcio amatoriale e la Cooperativa Iter di Rovereto con l'atletica Sportability in collaborazione con l'Us Quercia.

Lo sport come occasione di aggregazione e di socializzazione, ma anche come impegno agonistico e spettacolare a livello professionale. "Il nuoto non è solo uno sport individuale ma è anche di squadra perché insieme si vince e si gioisce di più. Più che parlare di inclusione è bello condividere le cose come fanno questi ragazzi" ha affermato il coordinatore tecnico Vernole. Hanno gioito sì, eccome se hanno gioito, i tre nuotatori paralimpici, ma i loro risultati non sono stati né facili né immediati. "Quando ti cade il mondo addosso scatta una nuova opportunità che devi affrontare se vuoi uscirne" ha raccontato Antonio Fantin che ha perso l'uso delle gambe a tre anni e mezzo  e ai cui genitori era stato detto di lasciar perdere con il nuoto. "E' naturale che le difficoltà spaventino ma vanno affrontate per riemergere più forti. Senza difficoltà non si hanno opportunità per crescere: basta crederci e trovare il coraggio di tuffarsi", parole di Antonio condivise da Simone Barlaam che nei mondiali ha vinto più medaglie in assoluto. "Sfruttare le opportunità per farne un punto di forza" è il suo credo: lo dice convintamente da grande campione aiutando i ragazzi "a non vergognarsi della propria condizione, stimolandoli a frequentare la scuola, gli amici, a socializzare anche attraverso lo sport, a tirar fuori dal cassetto i loro sogni".

Per Giulia Ghiretti, come per Antonio e Simone, il nuoto "è entrato a far parte della quotidianità ed è stato l'elemento che mi ha consentito di sviluppare un percorso di crescita personale perché quello che faccio nel nuoto dipende da me". Per Giulia (la farfalla di Rio 2016), Antonio (uomo di ghiaccio, argento a Tokyo 2020) e Simone (il predestinato) i prossimi obiettivi sono le paralimpiadi di Parigi ed i mondiali. "Vincere una medaglia è bello, ma quanto vale se tornati a casa non riusciamo a condividerla? Zero. E nell'amicizia si fonda il successo di gruppo più bello e più importante che quello individuale" è stata la conclusione di Fantin. 

(gr)


Immagini