Giovedì, 14 Aprile 2022 - 15:16 Comunicato 1015

L’assessore all’agricoltura, foreste, caccia e pesca: il Trentino unico territorio con una norma per l’autorizzazione in autonomia, dopo il parere di Ispra
Non è responsabilità, né volontà della Provincia, il no all'immissione di specie ittiche non autoctone

L’assessore provinciale all’agricoltura, foreste, caccia e pesca, interviene nuovamente per fare chiarezza sulle problematiche relative all’immissione di specie ittiche non autoctone nei laghi e nei corsi d’acqua del Trentino: trota fario, trota lacustre, coregone e salmerino alpino (quest’ultimo, ad eccezione della popolazione presente nei laghi di Tovel e Molveno).
Pescatore

Proprio nelle scorse ore, il Ministero della transizione ecologica ha informato gli Uffici caccia e pesca delle Regioni e delle Province autonome di Trento e Bolzano per ribadire che l’immissione di specie alloctone è in contrasto con quanto previsto dal comma 3 art. 12 del DPR 357/1997 - che vieta l'immissione in natura di specie e di popolazioni non autoctone - e che per poter procedere con le immissioni serve quindi presentare uno studio del rischio; cosa che la Provincia autonoma di Trento sta portando avanti, dialogando con i rappresentanti del mondo della pesca e che sarà a stretto giro inviato ad Ispra.

Come già specificato in diverse occasioni, grazie alla modifica della norma provinciale in materia, (promossa dall’Assessorato e approvata lo scorso luglio dal Consiglio provinciale), viene consentito direttamente alla Provincia autonoma di Trento - unico territorio in Italia - di autorizzare anche l’immissione di specie considerate non autoctone, senza la preventiva approvazione del Ministero dopo il parere di Ispra.

A fronte di questo quadro, peraltro illustrato e ribadito a più riprese ai rappresentanti del settore nel corso di diversi incontri, è evidente che la situazione attuale non può essere attribuita alla Provincia autonoma di Trento che invece, fin dall’inizio, ha lavorato nel solco delle disposizioni vigenti per garantire risposte concrete ai pescatori, che con la loro attività rappresentano una realtà fondamentale del nostro territorio sotto i profili sociale, ambientale ed economico. Lo studio del rischio e la norma introdotta in assestamento di bilancio rappresentano dunque elementi cardine al fine di risolvere la questione nel più breve tempo possibile.

(a.bg)


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