Sabato, 25 Maggio 2024 - 14:11 Comunicato 1334

Network e qualità dell’offerta per l’università italiana come fabbrica di eccellenza

Fare dell’accademia italiana una fabbrica di eccellenza agli occhi del mondo, più di quanto non lo sia stata finora, grazie ad un’offerta realmente attrattiva per gli studenti a livello internazionale. Un obiettivo in collaborazione tra ministero e gli stessi atenei nel rispetto della loro autonomia, quello delineato dal ministro all’università e ricerca ospite oggi al Festival dell’economia di Trento. Nel confronto ospitato dal palazzo della Regione, partendo dal focus “sull’internazionalizzazione di ricerca e formazione” e dalle domande del giornalista del Sole 24 Ore Eugenio Bruno, sono stati toccati i temi prioritari e di attualità per il sistema dell’alta formazione e della ricerca italiano: dalle nuove frontiere come i supercalcolatori e l’intelligenza artificiale allo sviluppo degli atenei secondo logiche di competitività e qualità, nell’ottica delle aggregazioni, network e “federazioni” come proposto dal ministro, passando per l’argomento “caldo” delle proteste e dall’annuncio sui test per medicina (il decreto è in arrivo, ha detto il ministro, i posti sono 20.867).

Alla presenza in sala, tra gli altri, dell’assessore provinciale allo sviluppo economico, lavoro, università, ricerca e della vicepresidente della Provincia e assessore all’istruzione, cultura e sport, politiche per la famiglia, per i giovani e per le pari opportunità, nonché del rettore dell’ateneo trentino Flavio Deflorian e del presidente di FBK Ferruccio Resta, il ministro è partito proprio al tema del “supercalcolo”. Settore che assieme a big data, tecnologie quantistiche e intelligenza artificiale a servizio rappresenta il “futuro del futuro” per l’università e la ricerca italiana, anche grazie ai progetti avviati. Dal supercomputer di Leonardo alla candidatura dell’Italia - con la miniera dismessa di Sos Enattos in Sardegna - per l’Einstein Telescope europeo.

Secondo tema, il richiamo per studenti e ricercatori a livello internazionale. Secondo il ministro, che guarda al confronto costante con i rettori, le università devono capire che non è aumentando i corsi che si aumenta attrattività degli atenei, ma con qualità e competitività dell’offerta. Perché dunque, ragiona il ministro, non cominciare a parlare di “federazioni” tra gli atenei, di network e di opportunità accattivanti anche per chi viene da fuori?

C’è poi il collegamento che deve essere sempre più forte tra ricerca e imprese, il nodo della continuità dei fondi per la ricerca, gli interventi su housing e borse di studio considerati dal ministero come una priorità.

Il ministro dà quindi un’anticipazione sui test di medicina a cui, precisa il giornalista Bruno, ci sono 61mila iscritti (il decreto è pronto, è la risposta, ci saranno 20.867 posti nelle facoltà di medicina, in crescita rispetto agli anni precedenti) e poi tocca l’attualità di questi giorni. Rispettiamo le proteste, anche quelle radicali e per noi urticanti, ragiona il ministro, ma non possiamo accettare violenze o che gli atenei si trasformino in quello che non possono essere, cioè luoghi occupati, impedendo lo svolgimento delle funzioni proprie degli atenei, formazione e ricerca. La vera libertà è quella degli altri, questo dovrebbe essere l’insegnamento da trasmettere: così si conclude il suo intervento.

(sv)


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