Martedì, 19 Marzo 2019 - 15:51 Comunicato 556

Questa mattina un seminario sullo “Smart Working”
Nella pubblica amministrazione trentina il lavoro del futuro è già iniziato

Nella pubblica amministrazione trentina il lavoro del futuro è già iniziato. Oltre al telelavoro, domiciliare o presso uffici dislocati sul territorio, si sta diffondendo ora lo “Smart Working”, la modalità di lavoro che prescinde da orari e luoghi fisici. Tutto ciò rientra nel più ampio disegno di innovazione della pubblica amministrazione, che passa anche dall’utilizzo spinto delle nuove tecnologie e dalla dematerializzazione dei documenti. L’obiettivo finale è quello di migliorare costantemente le prestazioni degli uffici, realizzando nello stesso tempo risparmi di spesa per buoni pasto, missioni, straordinario, favorendo la conciliazione dei tempi di vita con quelli di lavoro e riducendo gli spostamenti del personale, a tutto vantaggio del traffico e quindi anche dell’ambiente. Se ne è parlato questa mattina nel corso del seminario dal titolo "Oltre lo Smart Working: immaginiamo il futuro del lavoro nella PA". E’ stato organizzato, presso la sala Wolf del palazzo della Provincia autonoma di Trento, dal Dipartimento Organizzazione, personale e affari generali nell’ambito del progetto “Vela. Veloce, Leggero, Agile: Smart Working per la PA”.

Il progetto “Vela”, come ha spiegato il dirigente generale del Dipartimento Luca Comper, vede la Provincia protagonista, come amministrazione che trasferisce la buona pratica della modalità di lavoro agile, TelePAT 2.0, già in uso presso le sue strutture, ad altre amministrazioni: in particolare la Regione Emilia Romagna, la Città Metropolitana di Bologna, il Comune di Bologna, la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, la Regione Lazio, la Regione Piemonte, la Regione Veneto e l’Unione Territoriale Intercomunale delle Valli e delle Dolomiti Friulane.

La Provincia ha inoltre attivato forme di collaborazione con le imprese del territorio per diffondere questo nuovo approccio al lavoro.
Già oggi, circa l’11 per cento del personale provinciale utilizza forme di lavoro agile. E’ un’esperienza partita già da alcuni anni che ha permesso alla Provincia autonoma di Trento di superare da subito i limiti minimi di lavoratori “agili”, introdotti recentemente dalla legislazione statale. Ma i numeri, anche nella pubblica amministrazione, sulla scorta di quello che già sta avvenendo nel privato, sono destinati a crescere. La tecnologia offre infatti la possibilità di destrutturare luoghi, orari e modalità di lavoro.
Per la dirigenza pubblica, evidenzia Comper, il diffondersi di queste nuove modalità lavorative rappresenta una sfida organizzativa e di atteggiamento, perché si tratta di passare da un lavoro organizzato sul controllo e sulla presenza costante ad uno strutturato per obiettivi, che presuppone un rapporto di fiducia con il dipendente.
Emanuele Madini, esperto della materia, ha spiegato che si tratta di un approccio completamente nuovo che mette in gioco, oltre agli spazi fisici in cui il lavoro si svolge, anche le relazioni e lo stile manageriale.
Oggi, ha detto, in Italia ci sono circa 480.000 “Smart Workers”, che possono decidere orari e luoghi di lavoro, su circa 23 milioni e mezzo di lavoratori, dei quali più di 4 milioni potrebbero, per l’attività che fanno, diventare lavoratori agili. Ma, ha aggiunto, le cose stanno cambiando con una certa velocità.
Come con ogni novità, anche in questo caso non mancano i rischi, che devono essere tenuti in considerazione. Per esempio l’eccessiva esposizione dei lavoratori all’invadenza delle connessioni. Ma anche su questo si stanno già sperimentando in alcune realtà forme di disciplina che prevedono il diritto a nom essere connessi in alcune fasce orarie.
Con il lavoro agile, ha detto inoltre Madini, il manager, il dirigente, deve diventare anche un po’ “Coach”, deve essere un motivatore, che favorisce il passaggio dalla cultura del modo con cui si lavora a quella della misura. Il nuovo approccio prevede un allineamento organizzativo, ovvero ognuno deve sapere quanto conta il suo lavoro per l’organizzazione in cui lo presta, la misurazione, per favorire il miglioramento, l’assegnazione delle priorità, e infine il “Feed Back”, lo scambio costante di informazioni e pareri.

Riprese e fotografie a cura dell'Ufficio stampa

(lr)


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