
C’è molta più arte nello sport e molto più tecnicismo nell’arte di quello che si pensa. Nella musica c’è la disciplina come nello sport e nello sport è presente una dimensione artistica simile a quella nella musica. Un parallelismo virtuoso che ha preso corpo grazie alle note della “Toccata e fuga in re minore” di Johann Sebastian Bach suonate dal meraviglioso organo della Sala della Filarmonica di Trento, introducendo con grande pathos, il “nato per vincere” del salto in lungo italiano, Mattia Furlani.
Diciannove anni, Mattia è nato a Marino, ha vissuto a Grottaferrata ed ora si allena a Rieti. Ha frequentato il liceo scientifico sportivo privato e si è appena diplomato con soddisfazione; non ha intenzione, per ora, di iscriversi all'università, ma vuole dedicarsi solamente al salto in lungo.
Per gli amici “Spiderman”, ai giochi olimpici era intenzionato a confermare al mondo intero i suoi "superpoteri". E così è stato. Una medaglia importante per l'Italia, la prima per l'atletica azzurra a Parigi. L'azzurro si è guadagnato il bronzo nel salto in lungo con la misura di 8.34; l'oro è andato al greco Miltiadis Tentoglu (il suo mito), argento al giamaicano Wayne Pinnock.
Quella di Mattia è una famiglia di atleti, che l’ha sempre sostenuto, amato ed è stata in grado di percepire le sue potenzialità. Papà Marcello, ex salto in alto da 2.27 nel 1985, mentre la mamma-coach, Kathy Seck, di origini senegalesi, vanta un passato da velocista.
Anche Mattia, come altri giovani atleti prima di lui, ha preferito spaziare tra vari sport prima di decidere la sua disciplina. Prima si è dedicato al basket, poi al salto in alto, anche ad altissimi livelli, ed infine, al salto in lungo, dove può esprimere al meglio le sue doti nella velocità.
Mattia ha parlato del suo fisico ancora in evoluzione, dal peso alla muscolatura. Ma anche dei cambiamenti del suo livello tecnico su cui sta impegnando in modo maniacale, lavorando tanto “sul gesto”, perché i margini di miglioramento sono ancora davvero alti.
Il giovane campione ha ripercorso quindi, le tappe della sua ascesa di atleta. Un percorso straordinario, frutto anche di scelte oculate e centrate da parte di Mattia e del suo team. Con ancora una lunga strada davanti che non mancherà di dare a questo giovanissimo talento le possibilità di volare sempre più … in lungo.