Sabato, 12 Ottobre 2024 - 13:57 Comunicato 2800

Alla Sala della Filarmonica, nell'ambito del Festival dello Sport
Mattia Furlani: un salto lungo un sogno

Alla Sala della Filarmonica, Andrea Buongiovanni, giornalista della Gazzetta dello Sport ha dialogato con Mattia Furlani, bronzo olimpico nel salto in lungo a Parigi 2024. Il 19enne, nato in una famiglia di atleti, negli ultimi anni ha confermato di essere “nato per vincere”. Le tappe della sua ascesa di atleta sono partite nel 2023, con l'oro agli Europei U20 e l'argento agli European Games di Cracovia. Nel 2024 è stato protagonista agli Assoluti di Ancona, dove è diventato primatista italiano al coperto con 8.34, superando la misura di Andrew Howe nel 2007 di 8.30. Ha conquistato poi, il secondo gradino del podio ai Mondiali indoor di Glasgow. A giugno si è fregiato di un 8.38 allo Stadio Olimpico, vincendo l'argento agli Europei e ritoccando il suo record mondiale U20 stabilito un mese prima al meeting di Savona con 8.36. La medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Parigi 2024 è stata un bellissimo punto di arrivo, ma soprattutto, di ripartenza.
MATTIA FURLANI: SALTO NEL FUTURO Nella foto: Mattia Furlani [ Alessandro Holneider - Archivio Ufficio Stampa PAT]

C’è molta più arte nello sport e molto più tecnicismo nell’arte di quello che si pensa. Nella musica c’è la disciplina come nello sport e nello sport è presente una dimensione artistica simile a quella nella musica. Un parallelismo virtuoso che ha preso corpo grazie alle note della “Toccata e fuga in re minore” di Johann Sebastian Bach suonate dal meraviglioso organo della Sala della Filarmonica di Trento, introducendo con grande pathos, il “nato per vincere” del salto in lungo italiano, Mattia Furlani.
Diciannove anni, Mattia è nato a Marino, ha vissuto a Grottaferrata ed ora si allena a Rieti. Ha frequentato il liceo scientifico sportivo privato e si è appena diplomato con soddisfazione; non ha intenzione, per ora, di iscriversi all'università, ma vuole dedicarsi solamente al salto in lungo. 
Per gli amici “Spiderman”, ai giochi olimpici era intenzionato a confermare al mondo intero i suoi "superpoteri". E così è stato. Una medaglia importante per l'Italia, la prima per l'atletica azzurra a Parigi. L'azzurro si è guadagnato il bronzo nel salto in lungo con la misura di 8.34; l'oro è andato al greco Miltiadis Tentoglu (il suo mito), argento al giamaicano Wayne Pinnock.
Quella di Mattia è una famiglia di atleti, che l’ha sempre sostenuto, amato ed è stata in grado di percepire le sue potenzialità. Papà Marcello, ex salto in alto da 2.27 nel 1985, mentre la mamma-coach, Kathy Seck, di origini senegalesi, vanta un passato da velocista.
Anche Mattia, come altri giovani atleti prima di lui, ha preferito spaziare tra vari sport prima di decidere la sua disciplina. Prima si è dedicato al basket, poi al salto in alto, anche ad altissimi livelli, ed infine, al salto in lungo, dove può esprimere al meglio le sue doti nella velocità.
Mattia ha parlato del suo fisico ancora in evoluzione, dal peso alla muscolatura. Ma anche dei cambiamenti del suo livello tecnico su cui sta impegnando in modo maniacale, lavorando tanto “sul gesto”, perché i margini di miglioramento sono ancora davvero alti.
Il giovane campione ha ripercorso quindi, le tappe della sua ascesa di atleta. Un percorso straordinario, frutto anche di scelte oculate e centrate da parte di Mattia e del suo team. Con ancora una lunga strada davanti che non mancherà di dare a questo giovanissimo talento le possibilità di volare sempre più … in lungo.

(ds)


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