Poi si è passati al calcio, nerazzurro, giocato: “Ora il club ha una nuova consapevolezza e siamo autorevoli protagonisti di una stagione. L’Inter ha nel suo Dna delle situazioni altalenanti, oggi ci sono 18 nostri giocatori impegnati con le loro rispettive nazionali e questo può avere conseguenze sulle loro condizioni fisiche La seconda stella da appuntare sulla maglia è un'ambizione, uno stimolo, quindi un pregio non un difetto. L'ambizione non è arroganza. Le cose che minaccia di dire Lukaku su di noi? Sinceramente non credo abbia delle vere rivelazioni da fare, noi abbiamo la coscienza a posto e con lui (che non nomina mai, ndr) non vogliamo entrare in polemica. I nostri tifosi lo fischieranno, una scelta, basta non sia una distrazione dallo spingere la squadra” ha osservato.
Messo di fronte al gioco delle scelte secche, con palette colorate, il dirigente ha scelto di vincere lo scudetto vs la Champions, “Sono realista”, optando per il calcio arabo vs quello cinese, “nuova realtà che rischia comunque di impoverire il nostro calcio”, per il derby stracittadino vs il derby d’Italia, per il vino vs la birra. E tra Mancini e Spalletti: “Sono rimasto amareggiato dall’addio di Mancini dalla guida della nazionale. Spalletti ora è molto carico, non lo fa per soldi ma quasi come fosse una missione. Ora voto per lui”.
Marotta ha toccato poi un altro tema delicato: “Si parla molto di sostenibilità. Vero è che non esiste l'equazione, esempio Premiere League, chi più spende più vince”. Un colpo di mercato che in questi 5 anni ti ha dato soddisfazione: “La famiglia Zang ha speso sino ad ora circa 800 milioni di euro. Ci hanno dato carta bianca. Penso ad Icardi in uscita, molte operazioni in entrata a parametro zero. Conta aver avviato la cultura del senso di appartenenza e della cultura della vittoria. Tra noi ora c'è uno zoccolo duro di italiani. Rimpianti? Chi non ne ha è una macchina”. L’arrivo di Thuram? “La decisione importante è sempre quella del calciatore, lui ha ponderato quella che poteva essere la soluzione migliore. Conta quello che ha fatto suo papà, vero, ma ora è l’Inter ad essere tornato appetibile. Anche Frattesi è una scelta tecnica, condivisa nella nostra area, non presa in solitudine. Spesso le scelte dei giocatori sono influenzate anche dalle moglie e dalle fidanzate” ha aggiunto.
La politica nel suo futuro? “Mi manca la Champions, ma poi potrei voler restituire quello che ho imparato alle nuove generazioni, Una scelta tra Conte e Allegri? “Sono entrambi vincenti e trasmettono entrambi questa mentalità vincente. Alla pari, mi gioco il jolly”. Il calcio oggi? Marotta non si nasconde: “Oggi ci sono gli algoritmi, le Ai, ne prendiamo atto e cerchiamo di sfruttare al meglio le nuove proposte”.
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