
In particolare, nel lavoro sono fornite stime sulla diffusione spazio-temporale di due diverse specie di zanzara, Aedes aegypti e Aedes albopictus, nonché stime del potenziale rischio di trasmissione autoctona (R0) di alcuni arbovirus, come chikungunya, dengue e Zika, trasmessi da queste zanzare.
Per quanto riguarda l’Italia, è emerso che gran parte del territorio nazionale è esposto al rischio di trasmissione autoctona di chikungunya, come testimoniato dalle recenti epidemie in Emilia Romagna (2007), Lazio e Calabria (2017). L’assenza della zanzara Aedes aegypti rende meno alto il rischio di trasmissione autoctona di dengue e Zika ma il rischio di trasmissione autoctona di dengue non è comunque trascurabile, come testimoniato dai recenti focolai di dengue in Veneto (2020), Lombardia e Lazio (2023). Viene inoltre evidenziato come il clima in gran parte dell’Europa mediterranea sia favorevole a una reintroduzione della zanzara Aedes aegypti (non più osservata in modo permanente in Europa dagli anni 1950), cosa che potrebbe aumentare il rischio di trasmissione autoctona di dengue e Zika.
In generale è riscontrato che le tendenze climatiche in atto aumentano la potenziale diffusione di entrambe le specie di zanzare calcolata tra il 2020 e il 2040, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti.
Le stime hanno evidenziato che gli arbovirus considerati nello studio sono endemici nei paesi tropicali e subtropicali, con i rischi più elevati di trasmissione in America centrale, Venezuela, Colombia e Brasile centro-orientale.
Una marcata stagionalità nei rischi di trasmissione autoctona è stata stimata nelle aree temperate sia delle Americhe che dell’Europa. In queste regioni, l’R0 per tutte le infezioni considerate è inferiore alla soglia epidemica tra dicembre e marzo nell’emisfero settentrionale e tra luglio e settembre nell’emisfero meridionale.
Un rischio potenziale di trasmissione autoctona non trascurabile di questi arbovirus è stato valutato per Florida, Texas e Arizona (USA).
La nicchia ecologica più ampia dell’albopictus potrebbe contribuire all’emergere di epidemie di chikungunya e di focolai di casi autoctoni di dengue nelle aree temperate delle Americhe, così come nell’Europa mediterranea in particolare in Italia, Francia meridionale, Spagna e Paesi Balcanici.