Mercoledì, 29 Maggio 2013 - 02:00 Comunicato 1498

Il docu-film firmato da Juliane Biasi e Sergio Damiano coprodotto da Format, Centro audiovisivi della Provincia autonoma di Trento
"MUYEYE, STORIA DI UNA FOLLIA AFRICANA" A "LO SPIRAGLIO FILM FESTIVAL" DI ROMA

Oltre 30 anni dopo la chiusura dei manicomi, i malati di mente in Italia vivono ancora sulla loro pelle pregiudizi e ostilità. Il documentario mostra che anche loro - Ma anche i "matti" sanno realizzare imprese straordinarie e sanno anche entrare in contatto con mondi diversi e lontani. E' quanto svela il film documentario ‘Muyeye', firmato dai registi Juliane Biasi e Sergio Damiani, prodotto da Kuraj film insieme a Format, il Centro audiovisivi della Provincia autonoma di Trento, che figura tra gli 8 lungometraggi in concorso alla terza edizione de Lo Spiraglio FilmFestival e che sarà proiettato il 31 maggio presso la Casa del Cinema di Roma.
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La rassegna propone corti, lungometraggi e incontri sul tema della salute mentale e del disagio psichico con la direzione scientifica di Federico Russo e la direzione artistica di Franco Montini ed è promossa da ROMA CAPITALE - Dipartimento Salute Mentale, ASL ROMA – Roma Centro e Fondazione Roma Solidale onlus, con l'intento di raccontare attraverso le immagini il mondo della salute mentale nelle sue molteplici varietà, avvicinando il pubblico alla tematica e permettendo, a chi produce audiovisivi dedicati o ispirati all'argomento, di mettere in evidenza risorse creative e qualità del prodotto. "Lo sforzo - sottolineano i due direttori - è stato quello di selezionare una serie di titoli caratterizzati dal rigore e dalla serietà degli aspetti scientifici, ma anche da indubbie qualità strettamente cinematografiche".
‘Muyeye', che dà il titolo al film, è un villaggio polveroso sulla costa del Kenya. Qui, in una capanna di fango, vive la famiglia di Nebat Jumba che si mantiene spaccando sassi. Un giorno a Muyeye arrivano dei bianchi, eccentrici ma diversi dai soliti turisti. Sotto il vecchio baobab, i nuovi venuti raccontano storie di malattia mentale ma promettono anche di costruire una scuola professionale gratuita e aperta a tutti. È il germoglio di un'amicizia che legherà due mondi distanti, eppure accomunati dall'essere esclusi: i bianchi "matti" marchiati dal pregiudizio, i neri tagliati fuori dalle risorse e dal futuro. Ma Nebat ha un motivo in più che lo lega ai nuovi amici: Riziki, la sua seconda moglie e madre dei suoi quattro figli, è tornata al villaggio dei genitori perché considerata pazza. Un documentario sulla follia e sull'Africa che dimostra come anche i "matti" possano cambiare il mondo. -