Domenica, 08 Giugno 2014 - 02:00 Comunicato 1444

"Libertà e democrazia non sono un fatto scontato"
MATTEOTTI: IL PRESIDENTE UGO ROSSI A COMASINE PER COMMEMORARE IL 90' DELLA MORTE

Il nonno di Giacomo Matteotti, lo stagnino Matteo Matteotti, era originario di Comasine, nella Val di Peio. Da qui si era trasferito a Fratta Polesine nel 1859, l'anno stesso della sua morte. Suo figlio Girolamo portò avanti e allargò l'attività paterna: commerciante in ferro e rame, aveva investito i profitti in case e in terreni e raggiunse un'invidiabile posizione economica. Girolamo nel febbraio 1875 sposò Lucia Elisabetta Garzarolo. Insieme ebbero sette figli: Giacomo nacque nel 1885 e fin da giovane si impegnò in politica nelle file del Partito socialista, seguendo l'esempio del padre.

Quell'antico legame Comasine non l'ha mai dimenticato e così in occasione del novantesimo anniversario della morte di Giacomo Matteotti, politico, antifascista, assassinato nel 1924, sono state organizzate una serie di iniziative. Questa mattina nella chiesa parrocchiale è stata celebrata una solenne Santa Messa, seguta dalla deposizione di una corona davanti alla casa degli avi di Matteotti. A dare maggiore ufficialità all'iniziativa la presenza del presidente della Provincia di Trento Ugo Rossi, nella veste anche di presidente della Regione. Insieme a lui l'assessore provinciale agli Enti Locali Carlo Daldoss, il sindaco di Pejo Angelo Dalpez, Alessandro Pietracci del Circolo Culturale "Giacomo Matteotti" e il presidente dell'Associazione Nazionale Partigiani del Trentino Sandro Schmid.-

"Nella solennità di Pentecoste - ha detto il celebrante all'inizio della Santa Messa - dove il colore della liturgia è il rosso, simbolo del martirio, il ricordo di Giacomo Matteotti assume un significato che invita ulteriormente a riflettere sui tanti martiri della nostra società." Il sindaco di Pejo Angelo Dalpez ha ricordato il forte legame tra la comunità solandra e ha annunciato che nei prossimi mesi sarà ristrutturata la casa di Comasine da dove partirono i nonno del martire. "Matteotti era la voce più critica dell'epoca contro il fascismo - ha affermato Alessandro Pietracci. Una voce fuori dal coro e per questo da eliminare." Sul significato del "fare memoria" si è soffermato il presidente dell'ANPI Sandro Schmid "Convolgiamo sempre di più i giovani - ha detto - perchè conoscendo il passato siano protagonisti del loro futuro. La pace non è mai al sicuro bisogna sempre alimentarla".

"Siamo contenti di aver contribuito ad organizzare questa ricorrenza - ha quindi affermato al termine degli interventi il presidente Ugo Rossi - perchè siamo convinti che questo anniversario sia un grandissimo esempio di come una persona ha saputo mettersi al servizio di valori fondamentali quali la libertà e la democrazia con il coraggio di dire fino in fondo la verità, sapendo che questa verità avrebbe portato alle conseguenze della morte. Io credo che è con questo spirito di sevizio che possiamo pensare di trarre frutto da questa coerenza. Abbiamo bisogno di continuaure a credere in questi valori ma anche di continuare a nutrire la nostra partecipazione. Non possiamo immaginare che i valori della liberttà, della democrazia, e nel nostro caso anche dell'autonomia, siano un fatto scontato."

La giornata di Comasine rientra nel programma di iniziative "Matteotti: le radici del futuro di libertà e democrazia" che culmineranno martedì 10 giugno, giorno dell'assassinio di Matteotti, a Trento e Bolzano. Patrocinate dalla presidenza del Consiglio dei ministri, sono organizzate da Regione, comuni di Trento, Bolzano, Pejo, Fondazione museo storico, Anpi, ed ovviamente dal locale circolo intitolato a Matteotti. Nel capoluogo altoatesino martedì al mattino ci sarà la deposizione di una corona di fiori dinanzi al busto che ricorda il politico socialista, mentre nel pomeriggio, al Castello del Buonconsiglio, Irene Allegranti e Luca Pedron terranno un recital costruito sull'ultimo discorso che Matteotti tenne nel '24 alla Camera dei Deputati.

Foto e filmato a cura dell'Ufficio stampa -