
Lollobrigida ha sottolineato come: “Le nazioni più avanzate debbano farsi carico di questi problemi, ci sono nuove consapevolezze. Servono filiere che ci mettano al sicuro dai rischi: cibo per tutti, ma di qualità. Serve pragmatismo senza ideologie. Ridurre la produttività abbattendo i fitofarmaci non risolve il problema, visto che poi li dobbiamo comprare da chi non segue le nostre regole in termini di salute e qualità. Si lavori anche su piante più resistenti. Nell’agroalimentare veniamo scelti perché vissuti come di qualità, ma dobbiamo esserlo perché sulla quantità non possiamo essere competitivi ”.
Grande attenzione va messa nel confronto di Stati dal grande potenziale ma ancora molto inespresso: “Serve un’azione forte in termini di cooperazione internazionale, in Africa c'è una grande parte del terreno arabile della Terra ma non una competenza specifica. Il tema è stato toccato al G7 dalla presidente Meloni” ha detto il ministro. “Il Terzo Mondo deve essere aiutato e le nazioni occidentali debbono cambiare il loro approccio senza sfruttarle come è avvenuto nel passato”, ha detto il Ministro, mentre sulla catastrofe dell'alluvione: "Per ripagare gli agroalimentari in Emilia abbiamo inserito 75 milioni per l'innovazione, molto è stato fatto anche per il mondo del lavoro dell’agricoltura. In quella zona ci sono stati danni incalcolabili”.