
Cosa accomuna l'Italia con la Repubblica Dominicana piuttosto Seychelles? Ha chiesto provocatoriamente il coordinatore del dibattito. Il sole e il mare? No, la posizione del nostro Paese nella classifica sull'indice della libertà di stampa che vede l'Italia precipitare al 49sima posizione. Sono tanti gli elementi che concorrono a limitare la libertà dei giornalisti, soprattutto free lance. "Non c'è dubbio, siamo a rischio. Scendiamo ogni anno di posizione e siamo gli ultimi tra i Paesi europei. Il tema è sempre quello, legato ad un'editoria e ad una cultura che non c'è molto forte in Italia. Poi c'è la questione delle querele temerarie, delle denunce che le aziende rivolgono ai giornalisti al solo scopo di rallentarne l'attività di inchiesta, le pressioni della politica che si fa sentire, vedi la Rai meravigliosamente controllata dalla politica da sempre. E poi c'è anche l'autocensura che mi dà più fastidio" ha affermato senza mezzi termini Nerazzini. Che ha aggiunto: "Il giornalismo investigativo è delegato ai giornalisti free lance che sono i più fragili senza copertura economica, finanziaria e legale. Questo costa tantissimo in termini di impegno, ovviamente, ma anche di salute, di cause civili e penali, un prezzo alto da pagare se vuoi fare il giornalista perché è normale che un giornalista dia fastidio".
Lo sa benissimo Nerazzini, bersagliato da denunce e minacce, e lo sa altrettanto bene il collega Bagnoli che tra l'altro ha ricordato il collega Giancarlo Siani ucciso giusto 40 anni fa dalla camorra e altri giornalisti, italiani e stranieri, vittime di pressioni da parte della politica e dei poteri criminali. "Avere un numero così elevato di giornalisti minacciati, oltre 500, significa avere dei giornalisti che non riescono più a fare il loro lavoro perché quando una persona è minacciata e quando magari ci sono delle forme di protezione, anche per tenere sotto controllo il giornalismo che stanno facendo, non si possono tenere più i rapporti con le fonti e quindi diventa tutto estremamente complicato: questo - ha evidenziato Bagnoli - è il risultato che ottiene chi mette sotto minaccia il giornalismo pur rimendo soltanto nell'ambito dell'intimidazione".
"Sono tantissimi i modi per minacciare anche in maniera subdola un giornalista" ha aggiunto Nerazzini ricordando il "preziosissimo il lavoro svolto da Ossigeno per l'informazione" (osservatorio promosso da Federazione stampa italiana e Ordine dei giornalisti). E non ci sono solo "le minacce fisiche o legali ma anche quelle tecnologiche che tagliano le gambe ad un giornalista: avere i mezzi, lo spazio, la libertà per rispettare le regole base del giornalismo d'inchiesta che è sempre più difficile in Italia". Per non parlare "delle richieste economiche spropositate, dell'accesso negato agli atti, delle azioni intimidatorie".Per quanto riguarda la tutela dell'attività giornalistica la direttiva europea che riguarda il fenomeno delle azioni giudiziarie intimidatorie (conosciuta come Slapp) non è ancora recepita dall'Italia."Non c'è la possibilità di rivalersi nei confronti di chi ha aperto una querela temeraria: su questo anche noi aderiamo alla campagna delle associazioni dei giornalisti perché bisogna colpire l'elemento economico per cercare di interrompere questo fenomeno" hanno affermato i due giornalisti.
"E' giusto tenere alte le antenne quando si guarda la televisione o si legge un quotidiano - ha concluso Nerazzini - Bisogna saper guardare anche nelle pieghe dell'informazione che viene data: c'è tanta spettacolarizzazione nella nostra informazione. Siamo sicuri che ci sia totale libertà per fare un giornalismo investigativo senza limiti? Io finora non ho avuto problemi, ma è giunta l'ora di pensare anche a costruire delle piattaforme che possano diventare editori nuovi e inediti".
In un quadro a tinte chiaroscure cosa direbbe Bagnoli ad un giovane che vuole intraprendere il percorso per diventare giornalista? "Spazi ci sono, la questione è che questo lavoro si può fare in mille modi. Non dico che si debba partire dal giornalismo investigativo: il consiglio è quello di imparare per poi fare quello più adatto alla propria sensibilità. Rispetto al passato vedo che c'è un'apertura. La situazione è molto complicata, ma il margine c'è e ne vale la pena".
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