Il secondo talk sul tema del futuro (domani pomeriggio il terzo ed ultimo appuntamento al dipartimento di Economia) si è concentrato sulle complessità che caratterizzano le previsioni e gli studi sull’argomento. “Progetta il tuo futuro, ma con una matita – ha spiegato l’ex ministro Giovannini, citando Jon Bon Jovi. – Un principio giusto, ma intanto l’importante è farlo. Io stesso sono stato ‘ministro del futuro’, pianificando opere che non avrei inaugurato personalmente. Siamo costretti a pensare al futuro, anche se non vedo ancora la giusta spinta ed attenzione nei confronti di questa tematica”. Chi invece sta cercando di lavorare sul futuro, non escludendo la possibilità di creare un osservatorio ad hoc per studiarlo, è il Politecnico di Milano.
Come spiegato infatti dalla rettrice Donatella Sciuto, chi ricopre questo ruolo è obbligato a pensare e ragionare sul lungo periodo: “Serve una visione strategica di ampio raggio. Le università oramai non possono più essere autoreferenziali, ma serve anzi rafforzare la collaborazione con le aziende, perché cambieranno le attitudini dei giovani, le professioni, le competenze e conoscenze. Purtroppo abbiamo visto che alcune imprese non hanno una visione chiara del futuro: le tecnologie però evolvono in modo così rapido che anche per ragazze e ragazzi, per restare al passo, la formazione sarà fondamentale. Dovranno continuare a studiare per adeguarsi alle novità”.
Infine, per Dotto serve guardare al passato per migliorare il futuro: “La governance pubblica non è una scienza esatta. Come prima cosa va riconosciuto il cambiamento, mettendo i cittadini al centro e puntando su una strategia di co-produzione. Laddove questo sta già accadendo, le pubbliche amministrazioni funzionano meglio. Non è possibile pensare di riuscire a risolvere un problema con un’unica soluzione: serve il contributo di tutti, economisti, statisti, sociologi ed esperti”.