
“Un dramma che hanno vissuto anche i loro parenti – ha proseguito Marchiori – i quali hanno atteso invano il ritorno a casa dei militari e non hanno nemmeno avuto il conforto di vedersi restituire il corpo esanime del proprio caro per un ultimo saluto. Anche alla luce di quanto accade in territori vicino a noi, dobbiamo riflettere e prendere consapevolezza che la guerra riporta in vita tragici errori già commessi in passato e non ha alcuna conseguenza positiva per nessuno”.
Alla presenza della sindaca reggente di Rovereto Giulia Robol, del Commissario di Governo di Trento Filippo Santarelli, delle rappresentanze istituzionali di diversi Comuni del Trentino e del Veneto assieme a numerose Associazioni Combattentistiche e d’Arma della zona, la cerimonia si è aperta nel piazzale antistante il Sacrario militare con l’alzabandiera del Tricolore, seguito da quella austriaca e quella dell’Unione Europea, quindi un picchetto in Armi formato da personale del secondo reggimento del genio guastatori alpini dell’Esercito, dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza ha reso gli onori ai Caduti con la posa di due corone, Italiana e Austriaca. In seguito l’arcivescovo di Trento Monsignor Lauro Tisi, assieme ai cappellani militari ha officiato la liturgia funebre militare, nella quale ha ribadito l’assurdità di ogni guerra, l’irrazionalità dell’uomo e le salme dei Caduti allineate senza differenze tra loro, come conseguenza finale di ogni conflitto.
Rassegna stampa ad uso interno: Articoli da L'Adige e IL T - 08.03.2024