Giovedì, 22 Maggio 2025 - 23:11 Comunicato 1291

"Le donne non fanno ridere": risate, riflessioni e stereotipi capovolti

Nella raffinata cornice della Sala della Filarmonica di Trento, il Festival dell’Economia ha alzato il sipario su uno degli eventi più sorprendenti del format Fuori Festival: Le donne non fanno ridere. Un titolo provocatorio per uno spettacolo che ha capovolto con grazia, forza e ironia ogni stereotipo sull'umorismo femminile. Il pubblico? Coinvolto, stregato e forse, per una volta, messo realmente di fronte all’inversione delle parti.
Le donne non fanno ridere Nella foto: Claudia Campolongo, Aurora Camilli, Elisa Marinoni, Beatrice Baldaccini, Alice De Andrè, Ginevra Fenyes, Corinna Grandi, Davide Paniate, Alice Redini [ Alessandro Eccel - Archivio Ufficio Stampa PAT]

Prodotto da Paolo Ruffini per Vera Produzioni, lo show ha visto avvicendarsi otto artiste dalle personalità diverse e complementari. Ognuna ha portato una sfumatura unica di comicità: dai monologhi brillanti alla satira tagliente, dall’ironia surreale alla stand-up più diretta. A completare il quadro, un tocco maschile affidato a Davide Paniate, presenza ironica e consapevole, abile nel giocare con i cliché e nel farsi bersaglio volontario delle battute più pungenti.

Beatrice Baldaccini, poliedrica protagonista di musical e fiction televisive; Aurora Camilli, ironica stand-up comedian con un passato teatrale; Claudia Campolongo, performer completa e direttrice artistica; Alice De André, attrice impegnata anche nella formazione inclusiva; Ginevra Fenyes, tra satira teatrale e sketch virali; Corinna Grandi, voce poetica e dissacrante del cabaret; Elisa Marinoni, comica e speaker che ha conquistato il web con la sua “Dottoressa Schiaffazzi”; Alice Redini, attrice premiata che ha portato la sua intensità nel cabaret.

Tra monologhi e sketch imprevedibili, improvvisazioni taglienti e momenti musicali, la serata ha dimostrato  una verità semplice quanto potente: la comicità non ha sesso, solo talento. Anche se non siamo abituati ad assistere ad uno spettacolo dove i sessi sono ribaltati, e le battute fatte dalle donne incalzano il genere maschile.Il pubblico ha risposto con un crescendo di risate, applausi scroscianti e un’ovazione finale che ha consacrato lo spettacolo come uno dei momenti più vivi e liberatori del Festival. 

Una serata audace, inclusiva e irresistibile. Una dichiarazione d’intenti: ridere è un diritto, far ridere un’arte. E le donne, su quel palco, l’hanno praticata alla perfezione.

(sg)


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