
"Tra l'altro giova ricordare che siamo in una situazione delicata dal punto di vista epidemiologico - prosegue l'assessore -, vista anche la situazione nell'Est Europa, in particolare Romania e spiace constatare che siano proprio i sindacati a non mostrare attenzione sufficiente verso questo aspetto.
Fondamentale risulta poi rispettare i Protocolli e, da questo punto di vista, le affermazioni a non volerli rispettare sono gravi e testimoniano una strumentalizzazione del tema da parte delle tre sigle sindacali - aggiunge l'assessore -.
L'impegno, forte e convinto, nel senso di dare in primo luogo agli italiani o comunque a chi è già presente regolarmente nel nostro Paese, la possibilità di lavorare, 'per lo più disoccupati, cassa-integrati e giovani studenti', non può essere considerato uno '“strumento iniquo', ma costituisce un segnale di attenzione verso il mondo del lavoro trentino, verso le esigenze di disporre di manodopera espresse dal mondo agricolo, con grande attenzione alla parte sanitaria che, in particolare nella fase che stiamo attraversando, non può in alcun modo essere sottovalutata.
Si tratta di percorsi di innovazione non facili, che si innestano su una situazione che si è determinata nel corso degli anni, rispetto alla quale la pandemia da Covid 19 sta causando cambiamenti radicali. Per questo le soluzioni devono esprimere la capacità di contemperare le diverse esigenze, quelle economiche, quelle sociali e quelle preminenti della salute pubblica, il tutto nel pieno rispetto del quadro normativo vigente.
Parlare di scorciatoie a fronte di questo quadro - conclude l'assessore - denota una visione parziale e non corretta del problema".