Venerdì, 08 Ottobre 2021 - 18:39 Comunicato 2834

La straordinaria vicenda di un uomo e di una malattia
Lanfri, toccare il cielo con tre dita

Imprese straordinarie di un uomo, il lucchese Andrea Lanfri, che persi quasi completamente gli arti a causa di un batterio, ha saputo ripartire con due eccezionali carriere nel mondo dello sport. Prima da recordman in pista, ora da arrampicatore che con le protesi sfida e vince le vette della Terra. Prossima tappa? L’Everest nel 2022.

Nella corsa, complessivamente, ha vinto 9 titoli italiani. É detentore dei record  tricolori T43 su tutte le distanze praticate, 100-200 e 400 metri piani. Il tutto da straordinario atleta paralimpico. Già, davvero Andrea Lanfri, lucchese, 35 anni lucchese, non sa che cosa voglia dire la parola arrendersi.  A 29 anni,  nel gennaio 2015,  ha contratto la meningite con sepsi meningococcica che gli ha  fatto perdere entrambe le gambe e sette dita delle mani, oltre  a gran parte della mobilità di quest'ultime. 

Ora, terminata l’attività nell’atletica leggera, Lanfri ha intrapreso quella di arrampicator e alpinista, con la medesima determinazione ed altri fantastici risultati: nel 2019, dopo la conquista del Vulcano Chimborazo in Ecuador a 6292 metri, ad ottobre il toscano era al via  di una spedizione Himalayana, in Nepal con il suo primo 7000, Puntha Hiunchiuli. 

Nello spazio di piazza Santa Maria Maggiore Andrea Lanfri ha dialogato con  il giornalista Simone Battaggia narrando una storia straordinaria: “Io sono in primo luogo un appassionato dello sport. Il batterio non mi ha fermato, ci ha provato. Ed ora faccio ben di più di prima. D'istinto ho deciso di mettermi a correre, era un’idea. Per le protesi ho avviato una raccolta fondi, hanno risposto migliaia di persone. Ed ho imparato i primi passi con i nuovi piedi. Poi per me l’atletica e’ diventata una vera e propria forma di riabilitazione” ha spiegato Lanfri che, messi alle spalle fior di record, ha deciso di dedicarsi alla montagna.

Con un approccio ugualmente eccezionale: “In parete non ci sono scuse. La meningite è stata la vetta più difficile che ho trovato. Ho cancellato tutto quello che era prima. Ora, anche da primo di cordata, salgo usando solo con alcune dita. Uso tante protesi diverse, in arrampicata non esiste uno standard per questo sport.

Ho cominciato nel 2018, con la Cima Grande, a Lavaredo. Dove sarò nel 2022? Voglio provare l’Everest, dovrei provarci ad aprile. Mi serviranno delle protesi da ghiacciaio, ma voglio salire (come ho sempre fatto) in stile classico, senza aiuti particolari”. Lanfri ha anche altri progetti, quello di mixare sport diversi, salendo le montagne e poi proseguendo in bicicletta, in un’idea dal mare alla vetta dall’atleta ribattezzato “from 0 to 0”. Senza i limiti che quel batterio voleva imporre ad Andrea. 



Immagini