Una società diversa, più verde e digitale, sostanzialmente migliore: a questo punta la visione europea, basata sui valori democratici, attraverso il digitale. Una "società a distanza zero, in un ambiente connesso e collaborativo" come ha spiegato Viola. Ci vogliono però competenze, infrastrutture, e trasformazione delle imprese, oltre ad un cambio epocale della pubblica amministrazione. "L’Italia ha risorse enormi, ma sconta il ritardo verso un sistema moderno e digitale. Oltre al traino dell’Europa, la volontà di cambiamento deve cominciare dalle persone", ha detto ancora Viola.
Pignedoli ha sottolineato la necessità di dare ai cittadini un sistema sicuro e una trasparenza, con un quadro normativo con il quale i cittadini si sentano tutelati, per questioni legate alla privacy e allo sviluppo economico. L'intelligenza artificiale investe molti campi, a partire dagli strumenti che le Forze dell’ordine possono utilizzare a contrasto della criminalità che sfrutta i big data e i sistemi digitali, ma anche sul fronte del risparmio dell'acqua, del monitoraggio della sicurezza del territorio, del controllo delle plastiche, dello sviluppo delle aree disagiate e periferiche, per evitare lo spopolamento.
Bria ha ribadito che il tema riguarda il futuro di tutti noi: ambiente, educazione, modi di vivere le città e molto altro, con l’Europa al centro. "Senza queste competenze, per il futuro rischiamo di vivere in un mondo più povero, meno competitivo e meno giusto. Saranno i cittadini a giudicare se il Pnrr avrà trasformato la nostra società in meglio. L'Italia si dovrà distinguere non solo per la cultura e le bellezze del passato, ma come un paese che innova", ha detto.
Tra le questioni poste in campo dai ragazzi intervenuti nella seconda parte dell'appuntamento, temi come le competenze necessarie e le opportunità migliori da cogliere in campo lavorativo e degli studi, il tema della cybersecurity, la tutela della privacy, il rischio del divario generazionale nelle competenze digitali.