Venerdì, 26 Luglio 2019 - 18:24 Comunicato 1799

La Repubblica delle autonomie: convegno oggi a Trento

Nel ventennale delle norme di attuazione dello Statuto speciale per il Trentino Alto Adige riguardanti l’istituzione della Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti di Trento e Bolzano, ed in margine alla visita del presidente del Senato Alberti Casellati, si è tenuto oggi pomeriggio nel Palazzo della Provincia il convegno “La Repubblica delle autonomie: responsabilità, garanzie, controllo e giurisdizione”, relatori Luigi Blanco, presidente del Comitato di indirizzo della Fondazione museo storico del Trentino e docente all’università di Trento, Giandomenico Falcon, ordinario di diritto amministrativo e avvocato, Gianfranco Postal, magistrato della Corte dei Conti di Trento, già dirigente generale del Dipartimento Affari e Relazioni Istituzionali della Provincia autonoma, e Carlo Alberto Manfredi Selvaggi, consigliere della Corte dei Conti, moderati da Stefano Agosta. Dal particolare all’universale, dall’esperienza del Trentino Alto Adige all’Autonomia come aspirazione più generale, il convegno ha disegnato un ampio affresco dei temi che informano di sé anche il dibattito politico-costituzionale contemporaneo.

Blanco ha affrontato il tema delle origini dell’autonomia regionale, nel contesto di quel modello centralista che aveva preso corpo già con la costruzione dello stato unitario in Italia. Sul tema delle regioni le forze politiche avevano sempre manifestato, dal canto loro, una certa ambiguità. “In genere – ha ricordato Blanco – favorevoli alle autonomie regionali quando sono all’opposizione, diventavano centraliste quando andavano al governo”. In Trentino Alto Adige si possono distinguere varie fasi, caratterizzate come noto dalla dialettica fra le forze di governo e la SVP. Le contraddizioni insite nel Primo Statuto di Autonomia e il ritardo nell’emanazione delle norme di attuazione portarono, già nel corso degli anni Cinquanta, all’acquirsi delle tensioni e a Loss von Trient. Da questa situazione se ne uscirà, come noto, con il varo del Secondo Statuto.

Falcon ha ripreso l’esame dei sistemi regionali e delle autonomie speciali italiane, sottolineando la loro peculiarità. Il Trentino Alto Adige gode di una ulteriore specialità, data essenzialmente dall’accordo Degasperi-Gruber. Gli elementi che la contraddistinguono sono da un lato un meccanismo per salvaguardare l‘integrità della produzione normativa regionale, dall’altro una serie di accordi che hanno potere vincolante nei confronti dello Stato, caso unico in Italia. Le tensioni sorte a partire dal 2001 fra Stato e Autonomie si sono risolte con una sorta di compromesso: La Corte costituzionale ha riconosciuto una sorta di maggiore autonomia al Trentino Alto Adige, ma al tempo stesso prevedendo un sostanziale adeguamento della norma locale a quella nazionale. In questo contesto dialettico si inserisce l'esame del ruolo della Corte dei conti, a cui spetta la parificazione dei bilanci provinciali. La Corte ha qualificato il giudizio come incidentale, legato ad una serie di irregolarità (o illeciti) concrete. Ma nei fatti sembrerebbe piuttosto essere un giudizio principale, cioè astratto.

Come le norme di attuazione si intrecciano alla storia della Corte dei Conti è stato il tema affrontato da Postal. Dal progetto dell’Asar a quello della SVP, si delineano modelli diversi di amministrazione decentrata della giustizia. Una delle prime norme di attuazione statutaria emanate dopo il varo del primo Statuto, nel 1951, prevedeva l’istituzione di una delegazione della Corte dei conti in Trento, con un ufficio distaccato a Bolzano. Lo Statuto del 1972 ha determinato ovviamente una profonda modifica dell’assetto istituzionale e quindi anche delle funzioni di verifica e controllo da parte dello Stato, ma solo nel 2011 verranno istituite le sezioni riunite per la parificazione dei bilanci.

La riforma del Titolo V nel frattempo aveva messo al centro le Regioni, ha ricordato Manfredi Selvaggi, anche se questo spirito è stato successivamente “ingabbiato” dai pronunciamenti della Corte.  Sullo sfondo la necessità di far quadrare i conti dello Stato, in fondo a vantaggio anche delle autonomie. Un controllo collaborativo, dunque, quello della Corte, alla ricerca di disfunzioni che qualora corrette consentono alle amministrazioni di operare al meglio. 

(mp)


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