Sabato, 03 Agosto 2013 - 02:00 Comunicato 2255

Alla presentazione di un volume che ne ricostruisce la storia anche l'assessore Lia Giovanazzi Beltrami
LA CHIESETTA DI SANTA ZITA - ZITAKAPELLE, TESTIMONE DELLA SOLIDARIETÀ DEGLI ALPINI

Quando dici alpini, dici solidarietà. E tra i molti libri che raccontano la storia delle penne nere, rievocando le mille battaglie di cui sono stati protagonisti, qualcuno ne dovrebbe scrivere uno sulle altrettanto numerose iniziative di solidarietà che, grazie a loro, hanno riportato pace, serenità, speranza e fiducia in molte comunità di ogni parte del mondo. Piccoli interventi, per lo più, ma che hanno lasciato il segno e che sono di grande importanza per le genti a cui erano rivolti. E' il caso ad esempio, di quanto gli alpini trentini hanno recentemente fatto per le popolazioni terremotate dell'Abruzzo, ma anche di quanto, grazie a loro, è stato possibile realizzare in collaborazione con la Provincia in Afghanistan (costruzione di una scuola femminile, la sistemazione della sede di un tribunale, la costruzione di pozzi e opere idriche). Opere e iniziative per le quali l'assessore alla solidarietà internazionale e convivenza Lia Giovanazzi Beltrami è tornata a ringraziare le sezioni Ana del Trentino. L'occasione è stata fornita dalla presentazione, oggi nella Sala Consiglio del municipio di Levico Terme, di un altro libro, quello curato da Marco Zeni, direttore di Vita Trentina, dedicato ai lavori di ricostruzione della Chiesa di Santa Zita - Zitakapelle al Passo Vezzena.-

Il doppio nome, italiano e tedesco, e la collocazione svela già l'origine della chiesetta. A realizzarla, nel 1917 - in onore di Zita di Borbone, ultima imperatrice d'Austria e moglie di Carlo d'Asburgo, oggi beato - furono gli austriaci, a ricordo delle vittime degli scontri bellici tra l'esercito austrungarico ed italiano con più di mille morti nella sanguinosissima battaglia di Col Basson tra il 24 e il 25 agosto 1915. A fianco della chiesa fu predisposto un cimitero militare, oggi non più esistente, con 222 caduti italiani e 530 austriaci. Nei primi anni '40 la costruzione sull'Altopiano di Vezzena di una nuova chiesa segnò l'inizio del declino per quell'edificio sacro così inusuale, per la sua architettura, rispetto alla tipologia tradizionale degli edifici religiosi delle nostre montagne. Sconsacrata e spogliata, la chiesa di Santa Zita sarebbe certamente caduta nell'oblio, assieme alla memoria dei soldati caduti su quel fronte, se gli alpini della sezione ANA di Trento e sezioni limitrofe non avessero raccolto l'appello di un vecchio kaiseshϋtzer per la sua ricostruzione.
Fu così che, ritrovando la sua originale forma che le aveva conferito l'ingegner Adalbert Erlebach, tenente boemo, gli alpini la riedificarono nel 2007, inaugurandola l'anno successivo, su un terreno donato dall'amministrazione comunale di Levico, affidandone la titolarità alla parrocchia di Luserna.
Vicende che nella pubblicazione presentata oggi sono puntualmente ricostruite e che saranno ricordate anche domani, domenica 4 agosto, nella ricorrenza del quinto anniversario della ricostruzione, nel corso di una cerimonia che si svolgerà sull'Altopiano di Vezzena. Sarà un momento, come affermato oggi nel Municipio di Levico nel corso dell'incontro coordinato dal presidente dell'ANA del Trentino Maurizio Pinamonti, per testimoniare l'intesa tra popoli, tra passato e presente, tra guerra e pace, tra divisione e riconciliazione. Antinomie proprie non solo del passato ma che ritroviamo - come ha affermato la stessa assessore Beltrami - nel mondo d'oggi, un mondo dove la solidarietà è chiamata a colmare fossati, costruire ponti, ripristinare spazi di convivenza, aprire varchi di speranza. "Caratteristiche proprie della nostra terra - ha detto l'assessore Beltrami - rappresentate dagli alpini, che proprio nella solidarietà trovano il veicolo primo del loro modo di essere".
Ma la ricostruzione della chiesa di Santa Zita - Zitakapelle racchiude in sé anche un altro "incontro", quello tra la comunità di Levico, oggi rappresentata dal sindaco Giampiero Passamani, e quella di Monsagrati (Lucca), paese natale di Santa Zita (il calendario la ricorda il 27 aprile) da dove è giunta oggi a Levico una folta delegazione guidata dal vicesindaco e dalla locale sezione Ana.

Immagini a cura dell'Ufficio Stampa -