
"In questi giorni, trovandomi casualmente in queste valli, ho potuto comprendere quanto la comunità fosse legata a Mattia - ha detto Fugatti nel suo intervento- qui, in questa valle, lui ha mosso i primi passi nello sport che amava e qui ha vinto titoli importanti. Oggi si vede tutto l’affetto della comunità del Primiero, che si stringe attorno alla sua famiglia e a Mattia. Il Primiero è una vera culla dell’orienteering a livello nazionale: ha dato molti atleti alle squadre azzurre e Mattia era uno dei migliori, come dimostra la sua storia. Questa terra, che ama lo sport e la natura, era amata profondamente anche da lui. Il nonno era una guida alpina e Mattia, fin da bambino, aveva iniziato a coltivare la sua passione grazie a un insegnante di geografia che gli fece scoprire le cartine -ha continuato Fugatti - da allora nacque in lui l’amore per questo sport, che lo ha portato a distinguersi anche a livello internazionale. Infine, voglio ringraziare le istituzioni, le ambasciate e i consolati per l’impegno e la vicinanza dimostrata alla famiglia e al nostro territorio in questi giorni. È stato un segno concreto di solidarietà e di attenzione che tutti abbiamo profondamente apprezzato".
L’abbraccio della comunità, in un clima di silenzio e raccoglimento, ha voluto accompagnare Mattia nel suo ritorno a casa, in quella Val Canali che lo aveva visto crescere e distinguersi anche nello sport, fino a conquistare un titolo mondiale studentesco proprio tra queste montagne. Prima dell'inizio della funzione una lunga fila di persone ha voluto rendere omaggio a Mattia benedicendo con l'acqua santa la sua bara.
"Mattia ha avuto una bussola del tutto speciale: un orientamento che lo ha fatto apprezzare da tutti -ha detto Don Giuseppe Da Pra durante l'omelia - ed era una bussola del cielo, il suo cuore. Grazie alla sua famiglia, ai suoi maestri, agli amici dell’US Primiero. La sua è stata una bussola del cuore unica, fatta di passione, sorriso, serietà e umiltà: qualità che lo hanno portato ai campionati italiani, in nazionale e fino alle coppe del mondo. Ha collezionato tante vittorie, una delle quali proprio qui, in Val Canali. Il suo stile e la sua tenacia lo hanno accompagnato anche negli anni di studio del dottorato a Stoccolma, dove ha saputo creare amicizie attorno a sé. Amicizie e amore: quell’amore che ha incontrato negli occhi di Jessica, con la quale ha condiviso questi anni con tanta passione".
"Non posso immaginare fino in fondo i sentimenti che provate voi, familiari e amici - ha detto ai presenti durante il suo intervento il ministro allo sport e ai giovani Andrea Abodi - ma quello che noi istituzioni abbiamo il dovere di fare è interpretare al meglio il nostro ruolo, con rispetto per Mattia, per i suoi principi, per i suoi valori. Il nostro compito è fare in modo che lo sport continui a rappresentare una grande opportunità per tutti, in ogni luogo. Qui, nella natura incontaminata e generosa, alcune cose sembrano più semplici, più naturali. È più facile immaginare che la vita possa proseguire partendo proprio da questo luogo, che oggi è un luogo di dolore e di dispiacere, ma che domani tornerà ad essere un luogo di vita - ha concluso il ministro - perché Mattia è e resterà qui, in mezzo a questi boschi".
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