
“Questo incontro è un’occasione importante per fare il punto sul progetto in corso di cambiamento radicale del sistema fiscale italiano. Si tratta di tirare le fila per vedere cosa è stato fatto e quali prospettive ci sono per il futuro”, ha detto in apertura Jean Marie Del Bo, vicedirettore de Il Sole 24 Ore e moderatore del confronto.
Chiamato in causa, Maurizio Leo ha riepilogato quanto è stato fatto e quindi i passi successivi che seguiranno a breve. Ad esempio i quattro testi unici, che si occuperanno di sanzioni, contenzioso, tributi erariali minori e riscossioni. Poi ha parlato degli interventi in arrivo nei prossimi mesi su Irpef, Ires e fiscalità internazionale, ma anche su Iva e Irap e sull’ordinamento fiscale del Terzo settore. Riguardo alla direzione che il governo intende percorrere in tema di Irpef, il viceministro ha delineato il proprio scenario ideale, con una semplificazione netta delle aliquote, e ha quindi ricordato l’impegno per la riduzione a favore del ceto medio, che segue l’intervento già attuato per i redditi medio bassi.
L’obiettivo della semplificazione, partendo dalle agevolazioni, è condiviso da Elbano de Nuccio, presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti e degli esperti contabili: “Il sistema attuale conta a mio avviso una stratificazione eccessiva delle agevolazioni. Dobbiamo concentrarci su quelle che impattano sulla platea di ampia di contribuenti, riducendo la pressione sui ceti medi che sono quelli che sostengono la quota maggiore di tassazione”.
Per Eugenio Della Valle, docente di diritto e economia delle attività produttive alla Sapienza di Roma, “bisogna essere più coraggiosi sulla semplificazione” anche per diversi altri aspetti tecnici che riguardano l’attuazione della delega sulla riforma fiscale.
Secondo Lilia Cavallari, presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, “una necessità importante è trovare risorse e quindi coperture strutturali per l’attuazione della riforma. Dove si possono reperire? Innanzitutto continuando a lavorare nel recupero dell’evasione fiscale, sul quale ci sono ulteriori margini. Serve poi semplificare e razionalizzare il prelievo, rendendo più facile per il contribuente aderire spontaneamente”. Cavallari ha quindi fatto il punto sulla “prima parte della riforma Irpef, che pesa 17 miliardi e abbassa il prelievo per i redditi da lavoro dipendente nelle fasce medio basse”.
Lorenzo Fronteddu, Corporate Affairs & Communication Director di JTI Italia ha portato il punto di vista di una grande realtà nazionale e internazionale. “La semplificazione normativa e la certezza del quadro fiscale - il suo messaggio - sono leve fondamentali per stimolare gli investimenti in Italia, nonché per sostenere la crescita delle imprese presenti sul territorio e rendere il Paese sempre più attrattivo per i nuovi operatori”.